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Nei reparti pugliesi mancano 980 medici

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Nei reparti pugliesi mancano 980 medici

L’ultima elaborazione disponibile dice che in Puglia mancano 982 medici: su un fabbisogno di 9.377 unità ce ne sono in servizio solo 7.395

Lunedì 23 Ottobre 2023, 09:31

L’ultima elaborazione disponibile dice che in Puglia mancano 982 medici: su un fabbisogno di 9.377 unità ce ne sono in servizio solo 7.395. Ma nonostante piani assunzionali che da gennaio ad agosto hanno portato in corsia 558 nuovi medici, nello stesso periodo quelli andati in pensione sono 334. E in base a una elaborazione del dipartimento Salute, dal 1° settembre a fine 2024 ci saranno altri 582 pensionamenti: coperti, per ora soltanto sulla carta, da un corrispondente numero di assunzioni.

Significa che pure se i piani verranno rispettati (la scorsa settimana la giunta regionale ha approvato il piano delle stabilizzazioni, che non ha effetti netti sul contingente di personale perché si tratta di persone già assunte a tempo determinato), il problema dei medici potrà al più essere tamponanto. E questo a fronte di una popolazione di assistiti che invecchia sempre più, e dunque sembra avere sempre più bisogno di assistenza sanitaria qualificata.

Al problema congiunturale (le Università non sfornano abbastanza specialisti per le necessità degli ospedali, soprattutto in determinate branche) si aggiunge un problema territoriale, aggravato dal sistema che governa l’accesso alle Scuole di medicina: la graduatoria nazionale fa sì che il laureato tenda a rimanere nel posto in cui si è specializzato. Bari e Foggia non coprono tutte le specialità, e comunque non è detto che il medico opti per il pubblico: oggi infatti il privato è diventato fortemente attrattivo non solo per il pensionato a fine carriera, ma anche per i giovani. La qualità della vita in una grande struttura privata è ben diversa da quella in un ospedale universitario dove c’è da badare anche alle emergenze.

E così negli ospedali pubblici mancano medici di Pronto soccorso, mancano medici sulle ambulanze, scarseggiano specialisti nelle discipline in cui è più forte l’attività di elezione. E i reparti devono fare i salti mortali, nonostante ormai la riorganizzazione della rete ha accorpato tutte le piccole strutture. Ma il problema non riguarda solo i medici, ma l’intero sistema sanitario: mancano infermieri e Operatori socio sanitari, un po’ perché non si trovano (i primi) un po’ perché ci sono i vincoli alle assunzioni.

In tutto questo la Puglia ha pure il problema del personale delle Sanitaservice, le aziende in-house che hanno internalizzato gli addetti alle pulizie, portierato, Cup e da ultimo anche autisti e soccorritori del 118. Nonostante 5.500 dipendenti assorbiti da cooperative e aziende in appalti, tutte le Asl lamentano di non avere abbastanza addetti e dunque di non poter garantire adeguatamente i servizi nei reparti. Un paradosso che si spiega con una gestione fuori controllo, dichiarata «clientelare» dai sindacati. È per questo che venerdì il dipartimento Salute ha scritto a tutte le Asl per chiedere di conoscere il numero di unità impegnate in ogni singolo servizio e la spesa per gli straordinari. Lo ha fatto con una nota sibillina, in cui si conclude ricordando alle Sanitaservice che «non è possibile fatturare prestazioni di servizio non corrispondenti ai costi realmente sostenuti»: sembrerebbe quasi che dalle verifiche effettuate dalla task-force e dal Nirs siano emersi numeri truccati. Cioè gente assunta per fare le pulizie o prenotare le visite per i cittadini che si ritrova invece a mettere timbri in ufficio. E intanto i reparti scoppiano.[m.scagl.]

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