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Roccella al «Libro Possibile»: «BariPride? Basta propaganda». «Mi contestano? Il loro è conformismo»

 
Isabella Maselli e Michele De Feudis

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Isabella Maselli e Michele De Feudis

Roccella al «Libro Possibile»: «BariPride? Basta propaganda». «Mi contestano? Il loro è conformismo»

In replica alle dichiarazioni della ministra sulla «solitudine» di chi dà agli animali nomi umani, i contestatori si firmano con i nomi dei loro cani

Sabato 08 Luglio 2023, 09:31

17:19

ROCCELLA AL LIBRO POSSIBILE: BARIPRIDE, BASTA PROPAGANDA (di Isabella Maselli)

BARI -  «I libri “personali” scritti da esponenti politici di questo governo, che girano poi tutta Italia per presentarli, costituiscono un subdolo strumento di propaganda a cui siamo ormai tristemente abituati. Ma non abbastanza da far cadere nel silenzio una presenza sgradita sul nostro territorio, come lo è quella di chiunque intenda comprimere la sfera dei diritti».

È dura la presa di posizione del Bari Pride, il coordinamento che raccoglie decine di associazioni in difesa dei diritti Lgbt, su - anzi contro - la presenza della ministra della famiglia e delle pari opportunità Eugenia Roccella al festival letterario «Il Libro Possibile» di Polignano a Mare, dove questa sera presenterà il suo libro «Una famiglia radicale».

Il Bari Pride contesta la ministra, «la stessa - dicono - che ha messo in discussione l’aborto come diritto e dichiarato guerra alle famiglie omogenitoriali, oggetto di una vera e propria persecuzione negli ultimi mesi», ma chiama in causa anche gli enti che sponsorizzano il festival. «Ci chiediamo - dicono - come si concili il patrocinio gratuito del Comune di Polignano a Mare, quello della Regione Puglia e quello dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro al Bari Pride con il patrocinio, anche a titolo oneroso talvolta, che queste stesse istituzioni prestano alla manifestazione letteraria in esame. Senza battere ciglio sulla presenza, all’interno della stessa, di Ignazio Benito La Russa o Eugenia Roccella, rappresentanti di punta del governo più a destra nella storia della nostra Repubblica, un governo nemico delle minoranze».

Sulla ministra le associazioni Lgbt non si risparmiano. «La favola della famiglia radicale, il richiamarsi alla sua storia di femminista per giustificare posizioni retrive che il femminismo stesso ha superato in un’ottica intersezionale, - dicono - diventa veicolo di ideologie pericolose in quanto del tutto illiberali e volte al pieno controllo dei corpi e delle formazioni sociali in cui questi si inseriscono. E la storia strumentale di una povera ministra della Repubblica di cui viene messa a repentaglio la libertà di espressione - aggiungono - è semplicemente ridicola: si chiama dissenso quello che esprimiamo, a fronte di un’esponente di un Governo che, nella posizione di potere in cui è, ha in mano tutti gli strumenti possibili per portare avanti le proprie idee retrive».

Non è la prima volta, infatti, che la ministra viene contestata. A maggio scorso, in occasione del salone del libro di Torino, un gruppo di attiviste di Extinction Rebellion e «Non una di meno» interruppe la presentazione del suo libro (lo stesso che porterà oggi sul palco di Polignano) impedendole di andare avanti, sollevando polemiche e reazioni, dal Pd di Elly Schlein alla presidente del Consiglio in persona Meloni.

Gli attivisti baresi del Bari Pride chiedono ora agli ospiti del festival letterario di Polignano di esprimersi sulle posizioni della ministra «sui nostri diritti», eventualmente di prenderne le distanze.

E chiudono con un’ulteriore frecciata, ironica, in replica alle recenti dichiarazioni della ministra sulla «solitudine» di chi dà agli animali nomi umani: i saluti finali con i nomi dei loro cani «Carlo, Antonella, Beatrice e Nicola».

MI CONTESTANO? IL LORO È CONFORMISMO DEPRIMENTE E ILLIBERALE (di Michele De Feudis)

Ministro Eugenia Roccella, come al Salone di Torino, anche a Polignano la presentazione del suo libro - in programma oggi alle 21,30 in Piazza Aldo Moro - è accompagnata da polemiche. L'associazione Bari Pride le addebita «ideologie pericolose» e la messa in discussione del diritto all'aborto. Come stanno le cose?

«Sarei curiosa di sapere cosa mi contestano. Il nostro governo sul fronte Lgbt non ha cambiato di una virgola le regole esistenti. Quanto all’aborto, ho sostenuto quello che le femministe dicono da sempre: che per la donna è una ferita, non è una festa né un’aspirazione. Ma se c’è una legge che lo ha depenalizzato e regolato lo si deve anche alle mie battaglie, e quella legge continuo a difenderla al punto di aver subìto pubblici attacchi dall’ala del mondo cattolico che vorrebbe abolire la 194».

Il dibattito sui diritti e sulla famiglia registra sempre un clima elettrico. A che punto è su queste questioni il pluralismo in Italia?

«Non mi sembra che gli avversari di questo governo soffrano una carenza di spazi per esprimersi. Ma bisogna chiarire che l’unica iniziativa che abbiamo preso su questi temi, e che tra l’altro non riguarda il governo ma il parlamento, è la proposta di legge contro l’utero in affitto, cioè il mercato dei bambini e lo sfruttamento delle donne in condizioni di bisogno».

Teme proteste di piazza anche oggi al festival?

«Io non temo mai il dissenso, purché nonviolento. Mi dispiace se è accompagnato da una indisponibilità al confronto, come è successo a Torino, e mi preoccupa quando diventa censura. Ho scritto questo libro durante la pandemia, quando ero a casa e non avrei mai immaginato di tornare in politica, tanto meno come ministra. Racconta di un’epoca di battaglie davvero anticonformiste e di scontri accesi, in cui però da radicale difendevo sempre e comunque la libertà di parola».

Lei è stata in gioventù una ragazza di Torre Argentina. La lezione della non violenza di Marco Pannella potrebbe essere un arricchimento per queste minoranze che le contestano il diritto di partecipare con il suo libro e le sue idee identitarie alla discussione pubblica?

«I radicali di quell’epoca hanno difeso la libertà di Pasolini quando i suoi compagni comunisti cercavano di censurarlo, hanno lottato per la libertà di espressione della destra quando il sistema la considerava un corpo estraneo... Oggi si spaccia per ribellione un conformismo deprimente e illiberale».

Se dovesse incontrare i dirigenti del Bari Pride, cosa gli direbbe?

«Cercherei di capire cosa esattamente mi contestano, visto che non è chiaro, e li inviterei a un confronto nel merito, a cui sono sempre disponibile».

«Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere»: il dibattito pubblico italiano può prescindere dalla civile contrapposizione di idee difformi?

«L’importanza del dibattito delle idee, specialmente quelle espresse nei libri, ha provato a spiegarla il presidente Mattarella. Non dispero che prima o poi la sua lezione verrà compresa».

Ha ricordi “politici” delle sue pregresse partecipazioni ad eventi in Puglia, da radicale da ragazza o da saggista e giornalista schierata a difesa di una visione tradizionale della famiglia?

«Certo, mi è capitato di parlare qui in Puglia sia da giovane, in occasione di una vivace campagna elettorale negli anni Settanta, sia più di recente, per parlare di vita e famiglia. Ma oggi il clima è molto cambiato. Sa perché si tenta di non farmi parlare? Perché non si vuole che si sappia che la destra oggi al governo non è omofoba, non è retriva, non nega in alcun modo la libertà sessuale, ma difende princìpi molto semplici, come il fatto che nasciamo con un corpo sessuato, da un uomo e da una donna, che i bambini non si comprano, che gli uteri non si affittano».

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