POTENZA - Il bosco della Pallareta incontra la città di Potenza. L’area pic nic della splendida foresta ad un tiro di schioppo dal capoluogo, una volta meta favorita delle gite fuori porta dei potentini, è stata protagonista, nella giornata di ieri, di una iniziativa di valorizzazione voluta dall’Associazione Allevatori Basilicata, in collaborazione con la Regione.
La transumanza e le vacche podoliche sono state oggetto di una insolita giornata di studio all’aria aperta per gli studenti di alcune scuole della città, dalle primarie alle superiori. Gli alunni hanno potuto vedere dal vivo come si fanno le mozzarelle, come si fa la valutazione morfologica di una vacca, ammirare questi maestosi animali riposare all’ombra delle querce secolari della Pallareta, vedere da vicino gli oggetti di artigianato legati alla transumanza, come i campanacci, i collari e i bastoni.
«Questo bosco - ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Galella - ha una storia meravigliosa che lo lega alla città di Potenza e perciò siamo felicissimi di aver fatto riavvicinare la foresta alla città e di aver fatto scoprire le meraviglie dello spirito rurale ai bambini delle scuole». L’obiettivo della Regione Basilicata è quello di far diventare la Festa della Pallareta un appuntamento annuale. Del resto, l’antica pratica della transumanza si inserisce a buon diritto in quella filosofia di sostenibilità che oggi permea ogni campo della programmazione.
«La transumanza - ha spiegato Rocco Giorgio - che con i sui libri fotografici da decenni racconta il mondo legato all’allevamento della vacca podolica e che in occasione della festa ha presentato un piccolo stralcio dei suoi lavori - è una pratica millenaria, Tipica del Sud Italia ma, più in generale, di tutto il Mediterraneo, ed è ancora ben viva e presente nelle tradizioni. Pensiamo ad esempio a Tricarico, dove le maschere del Carnevale sono legate proprio a questa pratica, e a San Mauro Forte con la festa dei Campanacci. Ma la transumanza non è solo tradizione. È anche conservazione della biodiversità e del territorio. In Basilicata parliamo di oltre diecimila bovini, rustici e resistenti, allevati all’aperto, nel rispetto degli obiettivi che oggi ci chiede non solo l’Ue, ma il pianeta».
L’associazione regionale allevatori della Basilicata ha il compito di tenere il libro genealogico che certifica la purezza di una razza perfettamente adattata ad un territorio a volte anche ostile, ma anche quello di garantire il miglioramento delle sue qualità. Si pensi, ad esempio, all’attività del centro di selezione dei torelli podolici di Laurenzana, che ogni anno mette all’asta i migliori riproduttori testati e certificati. Al libro genealogico sono iscritti più di 500 allevatori con 16mila capi in purezza.