Una presa di posizione precisa, dettagliata contro il cosiddetto autovelox della «discordia» posizionato in Contrada Varco D’Izzo, sulla Ss 7 Var/B, nell’estrema periferia di Potenza. Le associazioni Vola (Volontari per l’Ambiente) , La Quinta Porta, Gean (Guardie equestri ambientali) Briganti D’Italia, hanno ribadito con forza, nel corso di una conferenza stampa, la necessità di arrivare al più presto alla rimozione di un dispositivo che ha creato tante polemiche per le diverse anomalie che gli sono state riconosciute. «Questo autovelox - ha spiegato l’avvocato Antonio Romano. rappresentante delle quattro associazioni - si trova collocato su una strada comunale mentre risulta essere operativo sulla strada statale, nel senso che le multe che vengono registrate e poi notificate riguardano gli autoveicoli che transitano sull’adiacente strada statale in palese violazione di quanto disposto dagli articoli 2,6.11 e 12 del codice della strada».
Una grossa anomalia, sulla quale le quattro associazioni potentine chiedono si faccia chiarezza. «Noi vogliamo innanzitutto - ha spiegato Romano - che s’intervenga su questa vicenda assicurando la sicurezza a chi percorre le nostre strade. Chiediamo al Comune di Potenza, alle istituzioni la chiusura della confluenza che giustifica il limite di velocità a settanta chilometri l’ora in un tratto rettilineo dove spesso si va più velocemente e nel contempo la rimozione dell’autovelox riprestinando quelle condizioni di sicurezza che possono evitare tamponamenti ed altre situazioni di pericolo che si sono già verificate in passato dopo il posizionamento di questo dispositivo». Per non parlare delle multe che sono «fioccate» numerose creando grande malcontento tra gli automobilisti. «Anche quella delle multe - ha concluso Romano - è una questione delicatissima. Certamente i comuni non possono pensare di fare “cassa” gravando ulteriormente sul bilancio dei cittadini. Non possiamo pensare di dare il benvenuto a chi arriva in città, o chi solo l’attraversa di passaggio sulla strada statale, con una bella multa come ricordo». Concetti chiari dunque ribaditi dal presidente dell’associazione La Quarta Porta, Roberto Robilotta: «Il problema è sempre lo stesso: capire se si vuole davvero tutelare la pubblica incolumità oppure se è solo un modo di fare “cassa”. Se si usano dispositivi come l’autovelox lo si deve fare in modo corretto, posizionandoli in modo adeguato. È ingiustificata l’anomalia che si vive a Varco D’Izzo, questi strumenti utilizzati così non danno assolutamente l’idea di quel senso civico necessario per affrontare i problemi della città. Siamo d’accordo sulla tutela delle sicurezza stradale ma ci devono essere le motivazione. Questo non riguarda solo Varco D’Izzo ma tutti i dispositivi collocati sulle strade della regione».