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A Sasso di Castalda si offre ai visitatori una Basilicata inedita

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

A Sasso di Castalda si offre ai visitatori una Basilicata inedita

Le statue di Sasso di Castalda

Nella chiesa madre di S. Antonio Abate le statue in stucco, segno di una «scuola lucana»

Sabato 05 Novembre 2022, 13:08

SASSO DI CASTALDA (Potenza) - Spuntano tesori nascosti, opere d’arte che risalgono al Medioevo e che erano state dimenticate, complice il trascorrere del tempo. Durante la campagna di restauro finanziata dal Comune di Sasso di Castalda per quanto riguarda il recupero di alcune sculture, dentro l’antica chiesa di S. Antonio Abate, è emersa una sorpresa all’interno della chiesa Madre, dove era previsto il recupero di un frammento di figura a rilievo, una sagoma di figura a mezzobusto che appena si intravvedeva entro la muratura ed emergeva appena dalla superficie. Era occultata da diversi strati di calce e stucco.

Nel procedere con la pulitura e la rimozione di questi strati sovrapposti, pian piano si è rivelata una figura di un santo o nobile dell’epoca a mezzobusto. In origine era una scultura a tutto tondo, intera, successivamente tagliata e riadattata nella muratura a causa forse di diversi danni subiti dalla stessa. A restauro ultimato è stato possibile comprendere che la scultura di epoca tardo medievale non era dissimile da altre presenti nella Chiesa madre, anzi, analoga alle due sculture raffiguranti i santi medici Cosma e Damiano realizzate con la stessa tecnica e molto probabilmente dalla stessa mano (e bottega) risalenti al XIV-XV secolo. È la teoria di alcuni studiosi che catalogano queste sculture tra le più antiche della regione realizzate in malta.

Le opere, in particolare, sono costituite da stucco composto da malta a base di calce e sabbia, con supporto ligneo e laterizio all’interno. Una tecnica esecutiva abbastanza rara che trova comunque in Basilicata altre sculture realizzate con la stessa tecnica risalenti tra il XIV e XVII secolo, come la Santa Caterina a Cancellara (secolo XV), la Madonna con Bambino di Rossano a Vaglio di Basilicata (secolo XIV), sempre dello stesso paese vi è il San Antonio Abate (secolo XV) il San Donato ad Anzi, il San Gerardo di Abriola (secolo XIV) recentemente restaurato che rappresenta la più antica iconografia del Santo Piacentino patrono di Potenza, la Madonna «Grumentina», il San Antonio Abate nella chiesa di Santa Lucia ad Avigliano.

Questa tecnica, come si è potuto già analizzare su opere simili, consiste nel modellare a partire da un perno centrale ligneo, degli strati di malta a base di calce e sabbia in sequenza sovrapposta, la malta veniva stesa inizialmente con granulometria grossa dell’inerte, fino ad arrivare agli strati finali ove l’inerte si faceva molto sottile tanto da ottenere uno stucco «fino» per essere modellato agilmente. All’interno, tra gli strati, si inserivano anche dei pezzi di laterizi (tegole) per rinforzo strutturale avvolti da corde in canapa.

Infine, le sculture venivano dipinte con pigmenti stesi sull’intonachino ancora fresco, ottenendo così attraverso il processo di carbonatazione un risultato simile all’affresco non è sbagliato parlare di «affresco tridimensionale». I lavori di restauro a Sasso di Castalda hanno riguardato altre cinque sculture presso la chiesa di S. Antonio Abate realizzate con la stessa tecnica ma di epoca più tarda, probabilmente risalenti al primo ‘600, ma non meno interessanti rispetto alle opere più antiche.

Le sculture consentono a Sasso di Castalda di fregiarsi di un primato regionale per quanto riguarda la presenza di opere realizzate in stucco di malta. Evidentemente doveva esserci all’epoca una scuola locale che si è perpetuata nei secoli per la produzione di questa tipologia di sculture. Il finanziamento dei lavori è stato possibile grazie al Comune con fondi del Po Val d’Agri. L’opera è coordinata dal restauratore Domenico Saracino di Potenza (collaboratori Salvatore Santarsiero, Emanuela Perpignano) e seguita dalla Soprintendenza di Basilicata per il tramite della storica dell’arte Barbara Improta.

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