Per ora c'è solo l'annuncio. E, come avviene in questi casi, tante promesse mai mantenute. L'annuncio riguarda il bando per la nuova gestione del parco Giada a Lagonegro, le promesse sono quelle di rilanciare questa struttura che, però, di fatto, rimane chiusa dagli inizi degli anni '90, cioè da 30 anni. Chiusa sì, ma non disabitata. Infatti, al suo interno sono presenti 147 animali in attesa di visitatori, sempre promessi ma che fino ad ora mai hanno varcato il cancello di accesso. In tutti questi anni sono andati via orsi, tigri, leoni (alcuni morti di vecchiaia, altri trasferiti in altre strutture) e quello che prima era uno zoo a tutti gli effetti ora si è trasformato in fattoria didattica nella quale si può avere quasi un contatto diretto con molti esemplari, tra cui daini, lama, pony e tartarughe. L'area comprende anche servizi ricettivi e sportivi e un centro congressi, frutto di una ristrutturazione eseguita però solo a metà e a conclusione di una lunga vicenda giudiziaria che coinvolse amministratori e tecnici.
Ma i progetti si scontrano, come si diceva, con gli annunci e le promesse. Gli ultimi (annunci e promesse) erano stati formulati dall'amministrazione comunale di Lagonegro che più o meno un anno fa aveva sottolineato la volontà di voler rilanciare l'oasi faunistica e di renderla fruibile a turisti e scolaresche. Insomma, di farla diventare un punto di attrazione proprio come era più di 30 anni fa, negli anni '80, quando era nel pieno del suo splendore. Ma a quasi un anno di distanza dall'annuncio ancora non si è mosso nulla e il bando per la nuova gestione ancora non è stato pubblicato e, sospettiamo, neanche scritto.
Attualmente la struttura costa circa 50 mila euro l'anno. Le spese derivano dalla custodia e dalla manutenzione degli animali.
Spese a carico della fiscalità generale che, se tutto fosse andato come previsto, cioè il bando fosse stato predisposto e pubblicato, sarebbero state cedute all'eventuale nuovo gestore, ovviamente dopo l'aggiudicazione del bando stesso. Aggiudicazione che sarebbe dovuta avvenire dopo l'esame di un concorso di idee e dopo l'individuazione di quella migliore e più calibrata per restituire il parco alla comunità. Ma del bando, come detto, ancora nessuna traccia. Gli animali (nel frattempo alcuni sono stati anche messi all'asta scatenando le ire di associazioni e cittadini) languono, di turisti nemmeno l'ombra, le spese di gestione si aggravano senza che ci sia una ricaduta positiva nè per il Comune nè per il turismo e, come se non bastasse, un'inchiesta giudiziaria ancora in corso. Voci da palazzo di città: «Dovevamo predisporre il bando, ma ancora non l'abbiamo fatto».
Da fonti interne del Comune, però, sembra che non sia una questione di soldi quanto piuttosto la carenza di personale a rallentare la redazione e la pubblicazione del bando. Insomma, in attesa che si reperiscano nuove risorse umane, magari attraverso un altro bando, facciamo nostro un titolo di una famosa serie televisiva di circa 50 anni fa: e intanto le stelle, anzi gli animali, stanno a guardare.