POTENZA - La sfida dell’acqua. Passa anche da lì la partita sulla transazione energetica che la Basilicata si appresa a giocare. Passa dalla dighe, dall’idroelettrico ed anche dai grandi e piccoli adduttori, che con i loro salti geometrici possono produrre energia.
In Basilicata sono due gli invasi che hanno questa caratteristica: la diga del Pertusillo, in Val d’Agri, e l’invaso del Cogliandrino nell’agro di Latronico nell’area sud. Due «grandi adduttori» come vengono definiti che utilizzano un salto geometrico per trasforma l’energia potenziale dell’acqua in energia cinetica, quella che si ritrova nella condotta. L’ acqua che passa a velocità fa girare delle pale all’interno delle condotte che attraverso un magnete producono energia elettrica.
Sino ad ora i grandi adduttori sono stati gestiti da Enel ma ora il Consiglio regionale potrebbe dare vita ad un svolta che riporterebbe, nei prossimi anni, sotto l’egida della Regione, ed in particolare della Società energetica lucana, proprio quelle condotte per utilizzarle per la produzione di energia elettrica.
Nella prossima seduta del Consiglio regionale, infatti, approderà la norma che ratifica la possibilità per i grandi adduttori di essere gestiti in proprio dalle Regioni o di essere affidati a privati attraverso un avviso pubblico. A chiedere la specificazione è, a sua volta una norma nazionale che stabilisce che considerato che le concessioni per i grandi adduttori scadono nel 2029, le Regioni italiane ne devono decidere la gestione entro il 2025. Ci sarebbe tempo, dunque. Ma il punto è che la legge regionale varrebbe non solo per gli impianti esistenti ma anche per quelli che devono essere ancora realizzati.
Insomma, una specificazione normativa indispensabile che permetterebbe, a questo punto, alla Basilicata di poter avviare il processo per la gestione delle condotte idriche e per impiegarle per produrre energia elettrica dall’acqua. Affidando alla Società energetica lucana le condotte oggi gestite dall’Enel.
Il programma dei grandi adduttori, quindi, potrebbe diventare il tassello di un un programma molto più articolato che consentirebbe di mettere a sistema anche il resto delle condotte presenti nelle altre dighe lucane. Un progetto quest’ultimo già allo studio della Società energetica lucana che starebbe programmando di mettere a sistema tutti i salti idraulici presenti negli invasi regionali (compresi quelli più piccoli) per utilizzarli, sistemando delle turbine al loro interno, per produrre energia.
Certo, tra grandi e piccoli adduttori, la potenza raggiunta non sarà estremamente elevata e per di più, secondo fonti regionali, potrebbe essere, comunque, necessario reiterare le convenzioni con Enel, ma è evidente che la produzione di energia dall’acqua rappresenta una sfida importante per il territorio lucano. Una sfida che consentirebbe di sfruttare, in tempi piuttosto rapidi, una risorsa presente in abbondanza sul territorio lucano e di raggiungere quella quota di produzione da energia rinnovabili che, altrimenti, dovrebbe essere ottenuta aumentano la presenza di impianti fotovoltaici ed eolici su tutto il territorio regionale. Scelta quest’ultima che potrebbe avere non poche conseguenze se si considera che sono 700 le richieste di autorizzazioni in tal senso pendenti presso il Dipartimento. Ambiente della Regione.