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Potenza, il commissario del San Carlo: «Situazione posti letto ancora gestibile»

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

ospedale san carlo potenza

Parla Giuseppe Spera: arrivano medici a potenziare il Pronto Soccorso

Martedì 03 Novembre 2020, 10:10

L’immagine delle ambulanze ferme sabato scorso davanti al pronto soccorso dell’ospedale San Carlo è stato un pugno nello stomaco. A bordo pazienti Covid in attesa che si liberassero posti letto.
Il commissario del San Carlo, Giuseppe Spera, però rassicura: nessuna emergenza al momento, è una situazione gestibile.

Più posti-letto, ma servono anche più medici...
«È vero. Ecco perché abbiamo previsto la sottoscrizione di contratti con alcuni medici che potenzieranno il pronto soccorso».

Questione tamponi. Sono entrate in funzione le nuove apparecchiature che permettono di abbattere i tempi di attesa?
«Sì, ne abbiamo in dotazione cinque, due al pronto soccorso di Potenza e uno ciascuno a Lagonegro, Melfi e Villa d’Agri. Permettono di fare i tamponi in un tempo decisamente più ridotto. Grazie a un kit più veloce riusciamo a garantire il risultato nel giro di 30 minuti».

Ne avete a sufficienza di tamponi?
«Beh, li utilizziamo esclusivamente per i ricoveri da pronto soccorso, persone che devono entrare in ospedale per curare le diverse patologie. Il mercato della consegna dei kit è in crisi perché le richieste sono tantissime e quindi vanno utilizzati con raziocinio».

C’è un abbattimento dei tempi di attesa per i ricoveri anche negli altri ospedali?
«Assolutamente sì. Fino a ieri il tampone veniva mandato a Potenza per essere processato: tra viaggio e analisi capitava che il cittadino restava per ore, in contumacia nei presidi, in attesa dell’esito. Oggi non è più così».

A proposito di ricoveri, non mancano le polemiche sull’accesso dei pazienti nei vari reparti passando per il pronto soccorso...
«Ovunque il contagio è molto diffuso e così diventa più frequente l’accesso al pronto soccorso di persone che hanno necessità di cure non attinenti al Covid. All’esito del tampone, però, scoprono di essere positive. Si tratta di pazienti comunque da curare e non possiamo pensare di mandare in Malattie infettive un cittadino che magari ha disturbi cardiologici. È necessario che i reparti assistano i pazienti anche se risultano contagiati».

Ma vanno tutelati gli altri pazienti di quel reparto, i medici e gli infermieri...
«È ovvio. In ogni reparto ci sono spazi dove sistemare il paziente in contumacia. Medici e infermieri sono dotati di dispositivi di protezione e sanno come operare in questi casi».

A proposito di mascherine. Dall’ospedale di Melfi alcuni infermieri denunciano la mancanza di dispositivi. È così?
«Non mi risulta che ci siano richieste inevase di dispositivi di protezione. Al contrario ho delle segnalazioni della Farmacia del San Carlo secondo cui non è necessario fare gare per l’acquisto di altre mascherine, dal momento che le dotazioni che abbiamo ci garantiscono l’autosufficienza per diversi mesi».

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