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Potenza, mancano gli anestesisti: così il Crob rischia di fermarsi

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

Potenza, mancano gli anestesisti, il Crob rischia di fermarsi

Esclusa, al momento, la possibilità di inviare quelli del S. Carlo

Giovedì 14 Maggio 2020, 10:04

POTENZA - Non è una novità: in Basilicata i medici anestesisti mancano. Mancano da tempo. Mancano nonostante gli avvisi ed i bandi che vengono emananti ma restano senza partecipanti. Ora, però, la situazione potrebbe assumere contorni allarmanti e mettere a rischio l’operatività delle stesse strutture sanitarie lucana. Nei giorni in cui il governo regionale si appresta a discutere la riorganizzazione sanitaria ed a definire il nuovo modello organizzativo a venire alla luce è, infatti, il caso dell’Irccs Crob dove la mancanza di medici anestesisti rischia di stopparne parte dell’attività. La situazione è stata evidenziata dai vertici della struttura ospedaliera al Dipartimento Sanità con una lettera.

Una missiva dai toni allarmistici in cui veniva chiesta una soluzione. Sul tavolo la possibilità di utilizzare i medici rianimatori che operano presso l’ospedale «San Carlo» del capoluogo. Una decisione che - in un primo momento - sembrava mettesse d’accordo tutti, risolvendo il problema. Poi, però, diventata il nuovo terreno di scontro tra le strutture sanitarie e con il Dipartimento. Questo perché dopo il via libera iniziale il «San Carlo» è tornato sui suoi passi. Decidendo che i medici anestesisti della struttura non potessero essere impiegati anche al Crob. Una scelta che, di fatto, complica l’attività dell’ospedale di Rionero che proprio ultimamente aveva riavviato l’attività chirurgica.

Come confermano le parole dell’assessore alla Sanità, Rocco Leone. «Gli anestesisti mancano e mancano in Italia - spiega Leone - ma va premesso che la mancanza di chirurghi in passato ha bloccato l’attività operatoria dell’ospedale di Rionero e fatto si che anche se si facevano i bandi nessun anestesista partecipava per l’assenza dell’attività chirurgica. Ora, invece, riprendiamo. Riprende l’attività della chirurgia toracica, con il ritorno di un chirurgo lucano che era andato a Cosenza, e quella della chirurgia generale, con l’arrivo di un chirurgo dall’ospedale “Pascale” di Napoli, e questo potrebbe sbloccare la situazione. Nel frattempo, però, il problema degli anestesisti dobbiamo risolverlo. E dobbiamo fare i bandi».

Ci vorrà tempo, però. E per il momento servono soluzioni. I vertici del Dipartimento Sanità stanno lavorando su questo. Provando a mediare tra i medici e tra le strutture ospedaliere. Per capire se ci riusciranno bisogna attendere ancora.

Nel frattempo, sempre sul fronte ospedaliero ad essere definitivamente scongiurata è la chiusura del Punto nascite di Melfi. Ieri, infatti, è stata inoltrata al Ministro Speranza la lettera con cui il presidente Bardi ha chiesto ufficialmente la deroga. «La chiusura del Punto nascite - viene evidenziato nella missiva - causerebbe in primo luogo un incremento del flusso di partorienti verso il “San Carlo” . Quest’ultimo nell’emergenza ha rappresentato e rappresenta tuttora il punto di riferimento principale per i ricoveri di pazienti affetti da Covid». Per questo in caso di ritorno dell’epidemia il «San Carlo» potrebbe essere l’ospedale destinato a partorienti con Covid. Ed il Punto nascite di Melfi ad altro.

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