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Pensionata cardiopatica: l'elettrocardiogramma fra 20 mesi

 
Cristiana Lopomo

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Cristiana Lopomo

Pensionata cardiopatica: l'elettrocardiogramma fra 20 mesi

All'ambulatorio Madre Teresa di Calcutta di Potenza le hanno dato l'appuntamento per dicembre 2020: «Altrimenti può sempre pagare»

Mercoledì 10 Aprile 2019, 09:29

Un ECG e un FCG prenotabili per dicembre 2020: è la solita storia dei tempi d’attesa pressoché infiniti. L’infelice cortocircuito di cui si parla a più riprese. Che connota in negativo la Sanità pubblica del Bel Paese, specialmente quella del Sud. Esami di importanza vitale da poter fare solo a distanza di mesi, se non di anni: un disservizio frequente per il cittadino che ritorna, ancora una volta, nelle segnalazioni che giungono in redazione, tra rabbia e sconforto. Potentina, 76 anni, cardiopatica da quando ne aveva 27, con una necrosi al cuore e un blocco di branca da tenere sotto osservazione: quella che ha per protagonista la signora Rosa Vendegna – tra l’altro operata di tumore al seno 10 anni fa, ma a cui non sono riconosciute le agevolazioni della L.104 – è una vicenda simile a tante altre, a cui non ci si può rassegnare. Perché non è possibile – soprattutto in una regione dai piccoli numeri e dalle punte di eccellenza in Sanità di cui ci si fa vanto – prenotare, tramite Centro Unico Prenotazione, un elettrocardiogramma (ECG) e un fonocardiogramma (FCG) per dicembre dell’anno prossimo al Polo sanitario “Madre Teresa di Calutta” dell’Asp, in via del Gallitello. «Sono in cura da oltre 12 anni da una brava cardiologa dell’ambulatorio del “Madre Teresa” che mi ha prescritto, tra i controlli che faccio annualmente, un’ecografia e una mammografia: ci vogliono 13 mesi e, fin qui, nessun problema.

E in più anche un ECG e un FCG per i quali c’è disponibilità solo a dicembre 2020, salvo eventuali rinunce. Nell’esprimere la mia preoccupazione per un’attesa così lunga, al centralino del Cup ho detto che chissà pure se ci arriverò a quella data. La risposta è stata: “può sempre pagare, se vuole farli subito”». Parole dette con leggerezza che bruciano e fanno male a chi non può ricorrere alla visita privata. «Non è possibile – spiega la signora Rosa - aspettare tutto questo tempo per esami così importanti; non è possibile sentirsi rispondere in questo modo: è stato così che ho deciso di rendere pubblica la mia storia. Un modo per combattere per me e anche per tutti quelli che sono messi come me, se non peggio. Sono pensionata, ho 350 euro al mese da pagare per il fitto di casa e sono a rosso con il conto. Prendo diversi medicinali, alcuni a pagamento e pure costosi: per risparmiare, anziché tutti i giorni, un giorno sì e uno no. Mi dica lei come faccio a fare questi esami privatamente, se per una visita non ci vogliono meno di 150 euro? Proverò a richiamare al Cup, ogni tanto, sperando in qualche rinuncia. Altrimenti pazienza».

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