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Giovanni Rivelli
24 Ottobre 2018
E la Fora, una delle due aziende che compongono l’associazione temporanea di imprese che si occupa della radioterapia, e che da sola segue anche il servizio degli screening oncologici, da lunedì ha sospeso il dirigente del «post sessista» Salvatore Conte. Sospeso dall’incarico svolto presso il San Carlo di Potenza, ma, a quanto si è saputo, resta in organico nell’azienda in attesa di una collocazione.
Conte era finito al centro della bufera dopo un post pubblicato su Facebook dall’incipit «Sono brutte, nessuno se le fila, neanche un migrante che non vede una donna da anni...» in cui esprimeva apprezzamenti volgari e sessisti contro donne e che lo stesso aveva poi spiegato di aver indirizzato verso alcune non citate o meglio identificate donne che sospettava avessero scritto lettere anonime contro di lui.
Fatto sta che un linguaggio decisamente pesante e inopportuno (specie per una persona che doveva seguire gli screening oncologici rivolti proprio all’universo femminile, quali quelli per il tumore al seno e al collo dell’utero) aveva suscitato una serie di reazioni, sia nel mondo politico (a sollevare per primo il caso era stato il Consigliere regionale Giannino Romaniello dei Leu) che nel mondo sindacale, con Angelo Summa e tutta la Cgil che avevano preso decisamente posizione per la rimozione del dirigente. Una situazione che si era aggravata dopo che i lavoratori e le lavoratrici e degli screening oncologici della Regione avevano denunciato di subire «continue angherie» e di essere «costretti ad operare in un clima vessatorio» in una lettera. Lettera dalla quale sarebbero state ritirate alcune firme, con la Cgil nuovamente all’attacco che, per mezzo del segretario Summa, ha denunciato come «Conte, responsabile amministrativo dello screening di Basilicata, si è rimesso in movimento minacciando le lavoratrici e paventando loro il licenziamento se non avessero ritirato il comunicato».
Dopo questa serie di polemiche la vicepresidente della Regione, Flavia Franconi, aveva convocato l’azienda per lo scorso venerdì (incontro è poi slittato a ieri) e col massimo esponente della giunta in carica il presidente della Fora, Carlo Degano, «ha assunto - si legge in un comunicato della Regione - l’impegno ad attivarsi sollecitamente e personalmente per verificare che non si concretizzino ulteriormente condizioni che possano pregiudicare la Sanità lucana». In realtà la sospensione era stata già decisa il giorno prima, ma, anche da tentativi di verifica diretta, non è emerso che i vertici societari abbiano ritenuto di parlarne alla vicepresidente Franconi. A tutto ieri pomeriggio, insomma, per la Regione la «revoca» (in realtà una sospensione dall’incarico come detto) restava solamente una «voce».
Il caso, comunque, non è chiuso. E oggi la Filcams Cgil tornerà a parlare nella propria assemblea delle presunte minacce ai lavoratori per ritirare la firma dalla lettera di denuncia
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