TARANTO - «Una Taranto sconfitta, conquistata e stuprata che ancora si piega alle voglie dei suoi violentatori. Questa volta è successo nelle scuole, sacri luoghi di cultura, come a voler alzare definitivamente bandiera bianca e porgere i polsi in avanti per accettare le catene e l'ergastolo». E’ la riflessione che, attraverso una nota, fanno il gruppo di 'Genitori tarantini' e i movimenti studenteschi all’indomani della visita del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che ha visitato due delle cinque scuole del rione Tamburi sottoposte a lavori di riqualificazione nell’ambito degli interventi di bonifica dell’area sin di Taranto. Per i Genitori tarantini si è trattato solo di una passerella, «visto che non è stata eliminata la fonte inquinante rappresentata dalle emissioni dell’Ilva», e i bambini sono stati «strumentalizzati e indotti» a sventolare bandierine tricolore, a cantare l’inno di Mameli e a ballare la pizzica al cospetto del ministro.
«Gli insegnanti presenti - attaccano Genitori tarantini e movimenti studenteschi - hanno per una sera messo da parte le proteste per la 'buona scuola' renziana rendendosi complici dell’indecoroso spettacolo. All’esterno degli edifici scolastici, circondati da poliziotti e carabinieri in numero francamente eccessivo, genitori del quartiere Tamburi e giovani studenti di ogni parte di Taranto, come sacchi di sabbia a formare un’ultima trincea, hanno manifestato, urlando la propria rabbia nei confronti di chi, a colpi di decreti legge, ha ucciso il futuro di un’intera comunità».