Per giorni e giorni, del resto, è stato più volte intervistato, il suo volto è ormai noto a tutta l’Italia. Nelle famiglie lo chiamano solo per nome, Ivano, come si fa con uno dei tanti personaggi di un qualsiasi reality-show. “Fino a quando Sarah non era stata trovata – racconta – credevo fosse giusto parlare alla tv. Lo ritenevo un modo per offrire un contributo alle ricerche”. Perchè Ivano non aveva mai pensato che quella ragazzina 15enne fosse stata ammazzata nella villetta della famiglia Misseri. E mai (almeno fino alle ultime, clamorose, novità) aveva pensato che Sabrina avesse avuto un ruolo da protagonista nell’omicidio di Avetrana.
“Mai, mai - ribadisce – ho pensato che Sabrina fosse colpevole. E’ assurdo, è tutto assurdo. Dalle sue parole, dai suoi discorsi – Ivano si ferma un attimo a ricordare quei giorni passati insieme a Sabrina a cercare Sarah – mi sembrava che ci fosse solo la voglia di ritrovare la cugina”.
Ora, invece, Sabrina, 22 anni, è in carcere, a Taranto, in isolamento. “Non ho niente da dire a Sabrina, non ho alcun messaggio da inviarle”, dice con convinzione “In questo momento – scandisce bene le parole – io ho le mie idee, ma non ho alcuna intenzione di parlarne con i giornalisti. O addirittura di dirle in televisione. Credo solo che gli inquirenti stiano facendo un ottimo lavoro e che riusciranno a fare giustizia per Sarah. Io voglio solo questo”.
Ivano parla di Sarah con grande affetto, ma poi cambia decisamente tono se qualcuno gli ricorda che proprio lui, bel ragazzo di 27 anni, potrebbe essere stata la “causa” di questo incredibile delitto. Gli inquirenti pensano che Sabrina, gelosa delle “attenzioni” di Ivano per Sarah, volesse dare una “lezione” alla cuginetta, più piccola di lei di sette anni.
“E' per me insopportabile ascoltare tutto ciò. Anzi, mi offende profondamente. Come si fa a pensare che io, a 27 anni, possa essere interessato a una ragazzina di 15 anni? E’ assurdo, è tutto assurdo”. Certo è che dopo l’arresto di Sabrina la vita di Ivano è cambiata, probabilmente per sempre.
“Proprio così – risponde – pensi che ieri sera sono uscito, come fanno tutti i ragazzi il sabato sera. Ho notato che avevo gli occhi addosso. Tutti mi guardavano, qualcuno anche 'malè. Insomma, ho capito che ero al centro dei ragionamenti delle persone che si trovavano nel mio stesso posto. Ma a me non interessa, ora devo pensare solo al mio futuro”.
















