Intrecciare la cucina tradizionale pugliese alle caratteristiche della cucina dei grandi chef europei, condendo il tutto con una dose fondamentale di passione per la vita e per tutto ciò che può esprimerla, alla quale si aggiunge una predilezione per l’arte culinaria che la accompagna sin da bambina.
Aveva infatti nove anni Isabella Potì quando decise che da grande avrebbe fatto la chef, o meglio, la pastry chef. Nata a Roma, da madre polacca e madre leccese, vive a Lecce dove e head chef di un noto ristorante stellato gestito dal suo compagno. Ha perfezionato la sua esperienza in pasticceria moderna e classica con i migliori chef d’Europa e nel 2017 è stata inserita da Forbes tra i trenta giovani under trenta più influenti d’Europa, ed è anche presidente di una squadra di rugby. Nel 2018 entra a far parte del mondo televisivo come giudice del programma Il ristorante degli chef su Rai2. Ora Potì è anche autrice di un volume per Rai Libri: Millennial cooking (euro 18).
Potì, cosa significa essere una «millennial chef»?
«Significa essere una professionista del settore al passo con i tempi, andare alla stessa velocità del mondo. Oggi uno chef non si dedica esclusivamente alla cucina, ma è anche imprenditore, comunicatore. Io cerco di conciliare tutti questi aspetti della mia professionalità che ritengo essenziali».
Nel suo libro quali sono le ricette che caratterizzano la nuova cucina pugliese?
«Le ricette riprendono le tradizioni salentine, che ovviamente ho appreso, ma in commistione con gli insegnamenti di grandi maestri che ho frequentato in tutta Europa. E si parte sempre dal gusto che è al centro della nostra filosofia, e non da ricette di base. Il gusto che è identificativo di un territorio per intraprendere quello che è un vero e proprio viaggio nei sapori ».
Quanto Salento c’è nel suo modo di cucinare?
«Tanto, perché appunto la visione è differente, ma il gusto è proprio quello».
Negli ultimi anni, anche grazie a trasmissioni televisive di successo, siamo stati abituati a conoscere chef uomini. Le donne, hanno spazio adeguato in questo mondo?
«Anche qui vale il discorso che per me vale in ogni ambito. Non credo ci sia ostilità da parte degli uomini nei confronti delle donne in questo campo, ma per fattori storici siamo ancora in minoranza. Fino a qualche anno fa le donne cucinavano solo nelle proprie case, oggi invece stiamo vincendo questa battaglia, e anche in tv ci sono tante donne chef. Anche io sono entrata a far parte del mondo della Tv da chef, ad esempio. L’importante però è non fare le vittime, le donne devono conquistare il loro giusto ruolo senza piagnistei».
Tanti traguardi, ma qual è il suo sogno?
«Lo sto realizzando giorno dopo giorno, ed è sicuramente quello di completare appieno la nostra masseria 4.0 a Scorrano, con il ristorante, nel quale si useranno materie prime autoprodotte, e pensiamo di avere il tutto pronto di qui a un paio d’anni».
Come vive questo periodo così incerto?
«Non possiamo negare che questo è un periodo di crisi, ma anche in questo caso sono convinta che l’atteggiamento non deve essere quello di piangersi addosso, ma di guardare avanti con convinzione rispetto ai propri obiettivi, magari anche differenziando gli interessi, ma comunque di essere propositivi».