SAMMICHELE - Al netto delle rivendicazioni sulla paternità della prima edizione della Sagra della zampina, e delle diatribe su chi abbia avuto per primo l’idea di organizzarla, Nicola Madaro rappresenterà comunque un pezzo importante della storia della manifestazione all’imminente edizione numero 54. È in programma sabato 26 e domenica 27 settembre in forma adattata alle misure anti contagio e senza l’usuale concerto del noto artista nazionale.
Dal 1967 l’appuntamento gastronomico ne ha fatta di strada.
Oggi il brand, come suol dirsi nel gergo del marketing, è affermato. Il veliero con la bandiera di Sammichele e la tipica rotella di carne bovina naviga nel mare aperto regionale.
Tuttavia, non è stato semplice essere pionieri e dare avvio a una manifestazione alla quale prima del 31 ottobre 1967 nessuno aveva pensato. Nicola Madaro, leader incontrastato della Democrazia Cristiana territoriale per decenni, oggi ha 84 anni e una memoria d’acciaio. Sindaco dal 1967 al 1977, presidente della Unità sanitaria locale Bari 14 (l’odierna Asl) dal 1980 al 1991, ancora sindaco dal 1999 al 2004.
«Non potevo essere sindaco e contemporaneamente guidare la Usl», ricorda. A lui, comunque, in tanti hanno fatto riferimento per consigli, a lui si chiedevano lumi.
La prima edizione della Sagra è ancora viva nella sua memoria. «L’idea di organizzarla nacque nella prefettura di Bari il 17 ottobre 1967», racconta. Fresco di elezione a sindaco, il 31enne Madaro presta giuramento di fedeltà alla Repubblica, come usava all’epoca.
«Mio testimone fu il presidente della Provincia Matteo Fantasia. Mi consigliò di organizzare una sagra perché qualche sera prima era stato a cena a Sammichele e ancora ricordava la bontà del prodotto». Il professor Fantasia, poi, inaugurerà la prima edizione. «Fu lui a suggerirmi la data del 31 ottobre 1967 perché il primo novembre sarebbe stato giorno festivo».
Il lancio pubblicitario è organizzato con pochi mezzi e tanto entusiasmo. Il compianto Peppino La Volpe, scomparso poche settimane fa, già comandante dei vigili urbani e poi alla guida della Segreteria comunale, si prende la briga di andare in giro da solo per tutti i Comuni della Terra di Bari e portare i manifesti della prima Sagra.
«I macellai - narra Madaro - preferirono non rischiare acquistando grandi quantitativi di carne che sarebbe potuta restare invenduta. Sta di fatto che in paese giunsero così tante persone che alle 20 circa non avevamo più zampina, tutta venduta».
Aggiunge sorridendo: «Meno male che per le autorità ospiti l’avevo acquistata per tempo altrimenti non ne avrei trovata». Fu il pienone di visitatori. «I macellai ne ordinarono altra e la carne rimase sulle braci fino all’una di notte».
La serata fu allietata dal complesso musicale «I Semplici». Nella delibera di giunta del 28 ottobre 1967 è riportata la spesa di 350mila lire. «Il cachet dei musicisti ammontò a 300mila lire e il resto per spese varie. La tipografia De Robertis di Putignano, il cui titolare aveva origini sammicheline, non si fece pagare i manifesti». Una nota di colore: «Il sindaco di Turi dell’epoca, Oronzo Valentini, il lunedì dopo la Sagra mi telefonò e mi disse “queste cose non si fanno, la zampina è nata a Turi”. Gli risposi “perché non l’hai organizzata tu la Sagra?”. L’anno seguente, il primo sabato di settembre, a Turi fu in effetti organizzata la Sagra. Quel sabato Sammichele era piena di turisti. Poi gli diedi una mano a organizzare la Sagra della ciliegia Ferrovia». Il resto è storia.