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Bari, con Roberta Peroni torna al Petruzzelli la musica che palpita

 
Livio Costarella

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Livio Costarella

Bari, con Roberta Peroni torna al Petruzzelli la musica che palpita

La giovane bacchetta barese da martedì sul podio

Sabato 27 Giugno 2020, 10:38

BARI - La sua prima volta sul podio del teatro Petruzzelli risale a poco più di dieci anni fa, quando da studentessa della classe di direzione d’orchestra di Rino Marrone, al Conservatorio Piccinni di Bari, condusse l’Ouverture de Il cappello di paglia di Firenze di Nino Rota. Adesso Roberta Peroni, direttrice d’orchestra barese, continua con prestigio a misurare il proprio talento: dal 2017 è direttore musicale di palcoscenico per la Fondazione Petruzzelli, dopo gli studi confluiti nei diplomi di pianoforte e composizione, nel Master in direzione d’orchestra alla Royal Danish Academy e nella laurea in giurisprudenza. Dopo due Family Concert diretti l’anno scorso e i matinée del progetto Educational del politeama, sarà lei la protagonista di un ritorno molto simbolico ai concerti nel Petruzzelli, dopo il lockdown: martedì 30 giugno, alle 19,30 (e in replica l’1, 2, 3, 4 e 6 luglio), dirigerà l’Orchestra d’Archi del Petruzzelli con un programma dedicato a Mozart (Serenata K.525 Eine kleine Nachtmusik), Britten (Simple Symphony), Respighi (Antiche danze ed arie per liuto, terza suite), due brani tratti dalle Variazioni su un tema elisabettiano (Quick and Gay di Britten e Finale e Fuga à la gigue di William Walton) e Dvořák (Serenata per archi Op. 22).
Intanto la Fondazione Petruzzelli, dopo il successo delle numerose prenotazioni per questo concerto, ne ha annunciati altri due, per il 7 e 8 luglio (sempre alle 19,30) con il Coro del Petruzzelli diretto da Fabrizio Cassi.

Sempre eventi gratuiti per massimo 200 persone: ci si può prenotare a partire dall’1 luglio, scrivendo alla mail botteghino@fondazionepetruzzelli.it, specificando la data di interesse. Quanto al concerto diretto da Peroni, l’unione di serenate, arie e danze svela un impaginato di notevole fascino.

«Sono molto grata alla Fondazione Petruzzelli per la straordinaria possibilità che mi sta dando - spiega Roberta -, per tutti noi musicisti questi concerti segnano un ritorno al lavoro che amiamo. Con un programma molto accattivante e impegnativo al tempo stesso. Il Mozart di Eine Kleine è lo stesso che al tempo componeva Don Giovanni. È una serenata che ha dentro di sé anche una componente oscura e notturna, con tinte che dall’apparente solarità trascolorano in qualcosa di inquieto. La Simple Symphony elabora dei temi che Britten aveva scritto da bambino, con un movimento interno energico e virtuosistico, fino al lirismo meraviglioso della Sarabanda sentimentale: tanto che è sgorgato con grande naturalezza dagli archi dell’orchestra, appena l’abbiamo iniziato a provare. Una buona dose di cuore richiede anche Dvořák: la Serenata op. 22 resta un brano piuttosto difficile nella gestione del fraseggio. Respighi, come i due gioielli di Britten e Walton tratti dalle Variazioni su un tema elisabettiano, vivifica il passato musicale con una timbrica moderna, in una chimica sonora che ha qualcosa di magico: da qui l’attenzione estrema alla scrittura e alla doppia sensibilità musicale che gli autori hanno voluto dare, fondendo il nuovo e l’antico».

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