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Scanzano, Marianna Scarci
«riabilitata»: estranea al clan

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Scanzano, Marianna Scarci«riabilitata»: estranea al clan

Conclusa il processo bis per la giovane donna nota al grande pubblico della tv per la su partecipazione ad Amici

Sabato 03 Giugno 2017, 10:27

FILIPPO MELE

SCANZANO JONICO - Niente associazione mafiosa a carico della famiglia Scarci, di Taranto. È la parte più importante della sentenza, con ricadute anche nel centro del Metapontino, emessa al termine del processo bis nella Corte di appello di Lecce a carico del presunto clan tarantino. Ed è stata assoluzione per Marianna Scarci, nota al grande pubblico per la partecipazione alcuni anni fa ad “Amici”, il programma di Maria De Filippi, accusata di intestazione fittizia dello stabilimento balneare Squalo beach, al Lido Torre di Scanzano, sequestrato dalla magistratura ed affidato in gestione provvisoria all’associazione Libera come risultanza dell’Operazione Octopus.

Operazione oggetto del secondo dibattimento in Corte di appello celebrato dopo che la Cassazione aveva annullato le condanne del primo appello in accoglimento del ricorso presentato dalla difesa. Octopus scattò il 30 settembre 2011 con 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tra i reati contestati porto e detenzione illegale di armi ed esplosivi, usura, estorsione, intestazione fittizia di beni, atti di concorrenza con violenza e minaccia, pesca di frodo con esplosivi. Reati che secondo gli inquirenti erano stati commessi avvalendosi del potere di intimidazione. Le ordinanze di custodia cautelare furono emesse dal gip di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Lo Squalo Beach fu sequestrato perchè secondo gli inquirenti, pur se amministrato da Marianna Scarci, era di fatto gestito dai fratelli Francesco, ritenuto “il boss” dell’organizzazione, Giuseppe e Andrea Scarci. Il nuovo processo di secondo grado, però, dopo la caduta dell’accusa di associazione mafiosa, ha portato alla riduzione delle pene per alcuni degli imputati mandandone assolti sette. Queste le condanne al termine del processo bis (fra parentesi quelle di primo grado): Franco Scarci, 6 anni di reclusione (12 anni); Giuseppe Scarci, 4 anni e 8 mesi (9 anni); Andrea Scarci, 3 anni e 8 mesi (8 anni e 8 mesi); Michele Attolino, 2 anni e 10 mesi (7 anni); Salvatore Viviano, 2 anni e 2 mesi (assoluzione); Pietro Motolese, 8 mesi (assoluzione); Luciano Scarci, 16 mesi (assoluzione); Giovanni Pernisco, 18 mesi (2 anni, pena sospesa). Assolti, invece, Maurizio Petracca (7 anni); Marianna Scarci, Vittoria Caforio, Cosima Scarci, Michele Scarci, Filomena Scarci e Aurora Scarci (22 mesi).

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