La «marmotta» colpisce ancora. Non c’è sosta per la banda di ladri che da settimane imperversa tra le due province della Basilicata, utilizzando l’ormai famosa tecnica per far esplodere i bancomat e postamat. La notte scorsa, intorno alle 2.50, è toccata alla filiale della Banca popolare dell’Emilia Romagna nel centralissimo corso Garibaldi a Pomarico.
La banda composta da 5 persone è arrivata in silenzio, ha piazzato l’ordigno rudimentale nella bocca dello sportello bancomat e con una miccia sufficientemente lunga per innescarla da distanza di sicurezza l’ha fatto saltare. Un colpo sordo e devastante, che ha sventrato il bancomat consentendo ai ladri di impossessarsi della cassetta interna, ben sapendo probabilmente che era stata rimpinguata di denaro in vista del fine settimana. Dalle prime stime il bottino si aggirerebbe sui 10mila euro.
I malviventi si sono allontanati a bordo di auto presumibilmente rubate, imboccando la Statale verso la Puglia, perché è ormai noto che si tratti di bande organizzate provenienti dalle zone di Foggia, Andria o Brindisi. L’allarme è scattato pochi minuti dopo da cittadini svegliati per la deflagrazione. Sul posto sono arrivati i carabinieri del Comando provinciale di Matera, agli ordini del colonnello Biagio Marro, che hanno effettuato tutti i rilievi recuperando anche i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona molto centrale del paese.
I danni nell’istituto di credito sono ingenti, tanto da richiedere un importante intervento di ristrutturazione. I militari hanno recuperato una serie di tracce e contano di raccogliere testimonianze utili nei prossimi giorni. Appena un anno fu assaltato il bancomat dell’ufficio postale. Il sindaco di Pomarico, Francesco Mancini, ha lanciato un appello accorato sottolineando come nelle ore notturne manchi un presidio di sicurezza adeguato, non solo nel suo comune ma in molti centri della Basilicata, dove la presenza delle forze dell’ordine è ridotta e i malviventi, a suo dire, trovano terreno fertile per agire indisturbati. Mancini critica apertamente anche il Governo nazionale, ricordando come negli anni abbia più volte garantito sicurezza diffusa sull’intero territorio, una promessa che però non trova riscontro nella quotidianità dei piccoli paesi lucani. Il sindaco lega, inoltre, l’emergenza sicurezza a problemi più ampi come la qualità della vita sempre più fragile e il preoccupante calo demografico, che nei prossimi decenni rischia di svuotare ulteriormente la regione, rendendola socialmente ed economicamente più debole.
Di fronte a questo scenario Mancini, che è anche presidente della Provincia, chiede interventi concreti e immediati, convinto che senza una rinnovata presenza dello Stato la sicurezza, la serenità e il futuro stesso delle comunità locali siano seriamente compromessi.
