MATERA - Due lucani protagonisti ai campionati mondiali per trapiantati che si sono svolti a Perth, in Australia, dal 15 al 21 aprile. Il bernaldese Angelo Panio, atleta trapiantato di rene, si è riconfermato campione del mondo nella marcia 5 km, bissando il successo ottenuto nel 2019 ai campionati mondiali di Newcastle. E a corredare questo trionfo sono state la medaglia di bronzo conquistata negli 800 mt di atletica e quella d’argento con la maglia della nazionale di calcio a 6. Ad accompagnare Panio in questa esperienza è stato l’atleta materano Francesco Fiore, tennista trapiantato di rene e cuore, che, insieme alla medaglia d’argento conquistata anche lui con la nazionale di calcio a 6, ha portato a casa alla sua prima esperienza ad un mondiale due medaglie di bronzo nei tornei di tennis di singolare e di doppio.
Un ottimo bottino di medaglie per i due materani, che hanno fatto lievitare il medagliere della rappresentativa azzurra, guidata dall’Aned (Associazione Italiana Emodializzati e Trapiantati) e giunta al quinto posto assoluto alle spalle di Gran Bretagna, Australia, Thailandia e Stati Uniti, con 24 ori, 13 argenti e 12 bronzi.
Un risultato straordinario, frutto del lavoro di squadra fra gli atleti e l’Associazione, che affermano come il trapianto sia una terapia valida ed efficace, che permette di conquistare una qualità della vita imparagonabile con quella condotta ad esempio da un dializzato, la cui sopravvivenza dipende da una macchina.
«È sempre un’emozione indescrivibile ritrovarsi in tutto il mondo a gareggiare con altre persone che hanno ricevuto il dono di una nuova vita grazie al trapianto. Il trapianto è vita», sono state le parole del campione del mondo Panio dopo il successo di Perth. Le medaglie vinte dai due lucani, come del resto quelle di tutti i partecipanti, hanno coronato un percorso di fatica, determinazione e impegno non solo fisico ma anche economico, che dimostrano che nella vita non bisogna mai arrendersi. «Mi sono allenato tantissimo – ha spiegato il tennista Fiore -, e in campo ho dato tutto quello che potevo. Partecipare a questi giochi mi ha permesso di far conoscere la mia storia e di conseguenza di far parlare di trapianto e donazione. Sono stato fortunato e ora non posso girarmi di spalle ed essere indifferente nel pensare che c’è tanta gente che soffre e muore in attesa di un organo. Grazie a chi mi ha supportato, senza di loro non avrei potuto mai farcela».