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Matera, ingiunzioni ai dializzati per servizio ambulanza: «Usati come scudi umani»

 
Enzo Fontanarosa

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Enzo Fontanarosa

Matera, ingiunzioni ai dializzati per servizio ambulanza: «Usati come scudi umani»

L’agenzia DiMa, che svolge il servizio ambulanza in particolare per coloro che non sono autonomi nel raggiungere il centro dove svolgere la cura salvavita, chiederebbe con l’ingiunzione a ciascuno dei pazienti il rimborso delle spese da loro sostenute

Sabato 03 Dicembre 2022, 13:32

MATERA - Un’ingiunzione di pagamento per decreto del Tribunale di Matera. È quella che sta giungendo alla spicciolata, via posta, a circa trenta cittadini in terapia per dialisi. Perché? L’agenzia DiMa, che svolge il servizio ambulanza in particolare per coloro che non sono autonomi nel raggiungere il centro dove svolgere la cura salvavita, chiederebbe con l’ingiunzione a ciascuno dei pazienti il rimborso delle spese da loro sostenute, da dicembre 2021 a luglio 2022, per il trasporto degli stessi.

«A ognuno di loro si sollecita una somma dai 4mila fino ai 12mila euro. In particolare, viene richiesto denaro a chi fruisce del servizio d’ambulanza con barella, che di solito è è più grave. Ad altri si assicura il trasporto anche con mezzi diversi, in quanto persone sole che non guidano, o troppo anziani per farlo. Insomma, come se i guai che già abbiamo non ci bastassero, ora c’è pure questo», commenta amareggiato Donato Andrisani, segretario regionale dall’Associazione nazionale emodializzati - dialisi e trapianto (Aned). E continua: «La prima lettera dal Tribunale è giunta a un paziente lo scorso 4 novembre. Stanno arrivando a scaglioni. È ovvio che la cosa ha allarmato tutti, creando uno stato di ansia e tensione. “Cosa dobbiamo fare?”, mi chiedono con profonda preoccupazione. È chiaro che si deve fare opposizione anche perché, il decreto ingiuntivo diventa esecutivo passati 40 giorni da quando lo si è ricevuto. Il rischio è, non pagando, che il paziente si veda, poi, arrivare a casa l’ufficiale giudiziario».

Fare opposizione, però, sembra che sia più facile a dirsi che a farsi.

«Diciamo di sì. Sono sommerso di telefonate per questo. Mi dicono tutti sgomenti: “Io non ho i soldi per pagare le spese legali, figuriamoci il resto”. Specie chi è avanti con gli anni è deluso e affranto e ripete: “Non ho mai avuto a che fare con la Giustizia. Ora per la malattia dobbiamo andare in Tribunale? La malattia non è un reato”».

Non saranno lasciati, ovviamente, da soli in questa situazione.

«È chiaro che chi non può permettersi di affrontare questo esborso assurdo, come Aned lo sosterremo proprio perché possa fare l’opposizione. Finché potremo farlo: ciò non è semplice neppure per la nostra onlus. Ci sentiamo “usati” come scudi umani».

Non avete chiesto chiarimenti alla DiMa? Al momento assicura sempre il servizio per chi ha bisogno di raggiungere il centro dialisi?

«Sì, almeno questo sì. Sono cure salvavita, non lo dimentichiamo. Certo è che non si comprende perché chiedere soldi ai pazienti, a chi fruisce di un servizio che, francamente, ognuno di noi vorrebbe farne davvero a meno. La controparte della DiMa è l’Asm. Noi che c’entriamo?».

Da quanto va avanti il servizio assicurato dall’agenzia per mezzo di ambulanza? Come sono arrivati a dover ricorrere all’ingiunzione?

«Il servizio è attivo dal 2016, anno in cui è stato sottoscritto un protocollo tra l’agenzia DiMa e l’Asm, e quest’ultima, appunto, rimborsa la prima come previsto dall’intesa stessa e come regolato da norme nazionali e regionali. L’agenzia reclama dei ritardi nei pagamenti. È chiaro che molto spesso, quando si hanno rapporti con il settore pubblico, possano esserci ritardi, la burocrazia sappiamo come funziona purtroppo. Capiamo quando la cosa pesi alla DiMa. L’Asm, dunque, sta pagando con molto ritardo, si pensi che si parte dal dicembre 2021. La DiMa lo scorso agosto ha chiesto l’ingiunzione e ora dal Tribunale arrivano le richieste. In precedenza, l’agenzia aveva mandato una lettera di messa in mora dei pazienti i quali, ripeto, cosa c’entrano con tutta questa situazione di ritardi nei pagamenti? Noi siamo solo a conoscenza che il contratto tra le ditte che assicurano il trasporto dei pazienti e Asm sarebbe scaduto a novembre 2021, ci doveva essere una proroga, ma ufficiosamente tutto sarebbe stato rinviato. Non troviamo il motivo per cui tutto ciò si debba riversare sui pazienti».

Vedete qualche spiraglio per una bonaria conclusione della situazione?

«Ci auguriamo che la DiMa, pur se esasperata, faccia sì che si ritiri il decreto ingiuntivo. Se consideriamo la data di consegna delle prime lettere, a inizi novembre, entro la prossima settimana abbiamo il tempo limite per fare inviare le opposizioni dagli avvocati. Come presidente regionale dell’Aned, ho qualche speranza che la situazione si possa risolvere. L’altro giorno ho parlato con il nuovo direttore generale del Dipartimento salute e le politiche per la persona della Regione, il dott. Francesco Bortolan, che ci ha rassicurati dicendo che è sua ferma intenzione di risolvere la questione in tempi brevissimi. Speriamo bene. Dico pure io che non dobbiamo vivere come una colpa il soffrire una patologia».

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