MATERA «Il nostro borgo era un bel giardino ma adesso è un obbrobrio». Angela Perniola era bambina nel 1964 quando con la famiglia si insediò a Venusio. Adesso per lei, quella piccola comunità che attualmente conta circa 600 abitanti, urbanizzata dopo lo spopolamento dei Rioni Sassi negli anni Cinquanta, altro non è che un luogo dimenticato e smembrato dalla città di Matera, disattendendo, di fatto, lo spirito con il quale la frazione era stata edificata per mano dell'architetto Luigi Piccinato, con le abitazioni costruite in stretta armonia con la campagna circostante.
Mentre dalla visuale delle chiesa svettano le giganti pale eoliche nelle colline antistanti lungo la statale 99 e si intravede la torretta metallica del vicino centro commerciale, qui, a dispetto degli alberi in fiore, la primavera sembra non dover sbocciare mai.
Basta incamminarsi verso via Belgio ed imbattersi nell’ennesima opera incompiuta, vandalizzata a più riprese. I lavori dell’immobile che avrebbe dovuto ospitare la delegazione comunale furono ultimati del 2011 ma da allora la struttura non ha avuto alcuna destinazione d’uso. È stata quindi facile preda di vandali e bivacchi con giacigli improvvisati, sanitari distrutti, impianti resi ormai inservibili. Qualche anno fa furono i residenti e Lagambiente a riaccendere i riflettori sullo stato di abbandono e degrado della struttura. Animati da tanto impegno i volontari ripulirono l’interno del fabbricato da cumuli di rifiuti tra cui anche materassi utilizzati da qualcuno per giacigli improvvisati. Negli anni, le amministrazioni che sono sono succedute alla guida della città hanno promesso di recuperare l’immobile per poterlo rendere fruibile a beneficio dei residenti. Al momento, tuttavia, non resta che lo scheletro di quella struttura con le masserizie accantonate nel piazzale antistante l’ingresso. Tra i muri imbrattati spicca anche la scritta di Venusio, quasi a voler metaforicamente accostare il borgo a quella situazione di colpevole incuria.
Raggiungendo via Germania, il vialone che attraversa il borgo, alcuni residenti sono in attesa di salire sul bus, linea 7, che conduce a Matera. «Qui lamenta una signora che abita da cinquant’anni a Venusio, ci hanno spostato anche la fermata del bus che ora non ha alcuna copertura mentre prima era nei pressi della chiesa. Il bus passa ogni ora ma probabilmente dobbiamo esser grati alla presenza del vicino centro commerciale se questo è possibile». Il resto è un elenco di doglianze che parte dalla mancata cura del verde, anche la scala che conduce alla chiesa è infestata dalle erbacce, alla carenza della pubblica illuminazione, alle buche disseminate lungo le strade, soprattutto quelle più interne. Il campetto di calcio a 5 che fu invece realizzato quando parroco era don Giuseppe Tarasco, è l’unico punto di ritrovo dei bambini del borgo, nonostante sia incustodito e con le reti delle porte quasi del tutto strappate.
«Se dovesse pure servire un’aspirina - sbotta la signora Perniola - bisogna recarsi in auto o in bus a Matera per andare in farmacia». «Avevamo chiesto che venisse istituito il servizio di guardia medica - dice Vito Tortorelli - ma le nostre istanze non sono state recepite. E dopo il black out dei faretti dell’illuminazione pubblica nel piazzale della chiesa sa cosa ho fatto dopo le nostre richieste di intervento cadiue nel vuoto? Ho montato io un faretto all’esterno dell’ingresso del luogo di culto per non fare uscire i fedeli al buio».