Un decreto di fermo è stato eseguito nei confronti di Giuseppe D’Elia, di 56 anni, di Montescaglioso (Matera), «storico esponente del clan Zito-D’Elia», per l’omicidio, «eseguito con modalità tipicamente mafiose», di Antonio Grieco, di 52 anni, il cui cadavere è stato trovato lo scorso 27 maggio nelle campagne della città lucana. In un comunicato diffuso dalla Dda di Potenza è sottolineato che il delitto «deve inquadrarsi in un ampio e articolato contesto di criminalità organizzata e di contrasto tra gruppi contrapposti impegnati nel traffico di armi e droga».
Nel pomeriggio di lunedì scorso, Grieco è stato ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco sparati da breve distanza e, dopo il colpo di grazia alla nuca, il suo cadavere è stato trascinato e poi fatto rotolare per circa 40 metri fino a un dirupo in località «Difesa San Biagio».
Dopo l’omicidio D’Elia - che è anche accusato di porto illegale d’arma da fuoco - è scappato con l’automobile di Grieco, che è stata poi ritrovata nelle campagne di Ferrandina (Matera). L’uomo è stato rintracciato insieme alla moglie a Rionero in Vulture (Potenza) dove aveva trovato ospitalità nell’abitazione di una donna, Raffaella Asquino, di 42 anni, che è stata arrestata. La donna è la moglie di Donato Prota, ritenuto affilato al clan «Delli Gatti-Di Muro» operante nel Vulture-Melfese, e attualmente detenuto.