Tutti d’accordo sulla modifica al regolamento comunale per bloccare lo sfruttamento degli animali per l’accattonaggio, ma ci sono alcune perplessità sulla proposta del consigliere di maggioranza, Luca Russo, soprattutto nella parte che prevede il sequestro degli animali. Il canile di Lecce ospita già tanti “amici a 4 zampe”, con costi proibitivi. La proposta sanzionatoria nasce dopo un caso di cronaca accaduto a maggio, che ha scosso le coscienze di tutti: un cucciolo picchiato davanti ai passanti dal padrone che faceva l’elemosina, in via Trinchese. I veterinari dell’Asl intervenuti sul posto, invece, hanno rilevato la presenza di due cani in buone condizioni di salute.
Ieri mattina si è riunita la commissione congiunta Ambiente e Statuto per esaminare la proposta di regolamento comunale per la tutela e il benessere degli animali: il testo prevede uno stop drastico a chi sfrutta gli animali, «con ruoli attivi», per chiedere soldi ai passanti. In particolare si interviene sull’articolo 25 della normativa comunale esistente (risalente al 2012). «Nessun problema per chi ha semplicemente un cane, curato, al suo fianco ai fini della compagnia», puntualizza Russo. Il divieto di esibire animati, con ruolo attivo, nella pratica dell’accattonaggio viene definito un po’ «fumoso» dal consigliere di minoranza Sergio Della Giorgia, che chiede maggiore precisione giuridica per limitare la discrezionalità.
Secondo la modifica esaminata a Palazzo Carafa, i cuccioli esibiti saranno sequestrati e ricoverati presso strutture adibite a tali scopi: chi mette in atto queste pratiche sarà sanzionato, fatta salva la responsabilità penale. È prevista sia una sanzione amministrativa che può variare da 200 a 500 euro, in proporzione al numero degli animali coinvolti (anche se non sembra un deterrente per chi è nullatenente). La modifica è in linea con la normativa regionale che vieta l’esibizione di animali nella pratica di accattonaggio e comunque la detenzione di animali in stato di incuria, malnutrizione e precarie condizioni di salute o comunque sofferenti. Gli uffici preposti del Comune hanno dato parere favorevole a questo intervento.
«Io sono sempre contrario alla chiusura degli animali nei canili: ci vuole una relazione dettagliata del veterinario dell’Asl - sottolinea l’assessore alla Cura degli animali, Andrea Guido - Non possiamo, con discrezionalità da parte delle forze di polizia locale, mandarli direttamente in una struttura. È come togliere un bambino alla madre». Le ragioni sono anche economiche: solo a Lecce si spendono circa 500mila euro all’anno per custodire i cani in luoghi sicuri. «Fino a 3 mesi un cucciolo lo possiamo sequestrare, perché possiamo darlo in adozione subito, ma un cane grande resta nel canile e diventa un costo enorme per la collettività. Non si possono adottare soluzioni semplici per problemi complessi», conclude Guido.