Domenica 07 Settembre 2025 | 08:31

Lecce, rabbia e cuore: ora tutti per la salvezza

 
Pierpaolo Verri

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Pierpaolo Verri

Lecce, rabbia e cuore: ora tutti per la salvezza

Il Lecce ora deve ripartire, non ha altra scelta. E deve ripartire da quanto di buono fatto da Bergamo

Martedì 29 Aprile 2025, 14:09

LECCE - Una partita giocata nel segno di Graziano Fiorita, il fisioterapista scomparso improvvisamente lo scorso giovedì. Il Lecce alla fine è sceso in campo domenica sera a Bergamo per affrontare l’Atalanta e lo ha fatto con la massima dignità, nonostante il dramma delle ore che hanno preceduto l’incontro. Una partita che nessuno in casa giallorossa voleva giocare, ma alla fine la scelta è stata quella di scendere ugualmente in campo, dando un forte segnale. Quella maglietta interamente bianca, spogliata di loghi e simboli, con la sola scritta «Nessun valore, nessun colore», ha avuto un impatto dirompente. Un segno di protesta tangibile contro una decisione rivedibile, che ha fatto parlare delle ragioni del Lecce in tutto il mondo. La squadra di Marco Giampaolo è scesa sul terreno di gioco affranta, stordita dalla perdita di Fiorita, una figura cardine in quel luogo sacro per una squadra di calcio che è lo spogliatoio. Sguardi spaesati e occhi lucidi in quei momenti di tributo prima del calcio d’inizio, istanti che sono parsi infiniti e che hanno colpito tutti per la loro intensità. Fotogrammi che sono stati utili a far comprendere la grandezza del dramma e la sofferenza che c’è stata nel ritorno forzato alla normalità, a poche ore da una tragedia senza limiti.

Ma alla fine il Lecce ha fatto quello che probabilmente avrebbe voluto Graziano: ha lottato su ogni pallone, finendo per strappare un punto prezioso al «Gewiss Stadium», al cospetto dell’Atalanta terza in classifica. Sarà difficile per i giallorossi ricominciare a lavorare in una settimana tipo, la ripresa degli allenamenti è fissata per oggi e agli ordini di Giampaolo la squadra si radunerà per mettere nel mirino la prossima sfida di campionato, al «Via del Mare» contro il Napoli capolista. Difficile parlare di calcio davanti a una partita come quella fra Atalanta-Lecce, giocata in un clima surreale con un contorno che è impossibile da mettere da parte. Ma l’aspetto prettamente tecnico dell’incontro ha offerto una certezza: il Lecce c’è, nonostante tutto, e a quattro giornate dal termine del campionato ha voluto mandare un segnale importante. Nonostante il dramma, nonostante le difficoltà, nonostante una trasferta disputata in giornata con inevitabili criticità logistiche, i ragazzi allenati da Giampaolo hanno messo in campo la versione migliore di loro stessi. E al triplice fischio finale la sofferenza è stata doppia, perché a quella fisica si è unita anche quella emotiva, dovuto al carico emozionale dei giorni bui che hanno preceduto l’incontro.

Il Lecce ora deve ripartire, non ha altra scelta. E deve ripartire da quanto di buono fatto da Bergamo. Giampaolo ha messo in campo qualcosa di nuovo, di inedito rispetto alle ultime uscite. Il tecnico ha abbandonato il 4-2-3-1 adottando un centrocampo maggiormente coperto. Fuori Helgason dal primo minuto e dentro Kaba, affiancato a Coulibaly e Pierret, con l’obiettivo di costruire una cerniera più solida fra la difesa e l’attacco. L’esperimento ha dato risposte certamente positive. Una soluzione che ha permesso al tecnico di rilanciare dal primo minuto anche Karlsson: un giocatore delle sue qualità, con la garanzia di avere maggiore copertura alle sue spalle, sulla fascia può essere un fattore importante. C’è stata poi la riscoperta di Rebic, che ha sostituito lo squalificato Krstovic e pur fra alti e bassi nel corso dell’incontro è riuscito a dire la sua, smentendo i critici e dimostrando di poter essere una valida alternativa al centro dell’attacco. È stata una prova di carattere del gruppo, abbattuto nell’animo dalla scomparsa di Fiorita, un fratello per tutti gli elementi della rosa e un punto fermo per tutto l’ambiente giallorosso. In quello spogliatoio era un tifoso, oltre che un professionista, e sognava anche lui di raggiungere l’obiettivo della terza salvezza consecutiva. Lo ha ricordato Antonino Gallo, con un commovente post sul proprio profilo Instagram: «Volevi scrivere la storia con questi colori e non facevi altro che ripetermi sempre la stessa frase quasi ogni giorno… Tonino ci dobbiamo salvare, dobbiamo scrivere la storia». Una storia che adesso tutti vogliono scrivere col pensiero rivolto a Graziano.

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