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Lecce, «onda verde» contro il traffico caos. Il sindaco: «Siamo indietro, acceleriamo»

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Lecce, «onda verde» contro il traffico caos. Il sindaco: «Siamo indietro, acceleriamo»

Ma gli attuali semafori sono obsoleti. Zacheo: «Necessari impianti più moderni»

Domenica 09 Febbraio 2025, 15:07

LECCE - «L’onda verde si farà, ma bisogna prima fare i conti con gli impianti semaforici obsoleti della città». Il sindaco Adriana Poli Bortone chiarisce che l’indirizzo politico agli uffici è già stato dato. Si tratta di «mettere Lecce al passo delle città smart», come Bergamo, solo per fare un esempio, dove i semafori verdi su viali e circonvallazioni sono tutti sincronizzati per consentire all’automobilista di percorrere lunghi tratti a velocità bassa (generalmente a un massimo di 30 o 40 chilometri orari, ma ci sono casi in cui sono previsti anche 50 km/h: chi oltrepassa i limiti si ritrova di fronte il rosso) e di superare vari incroci, senza fermarsi mai, con la strada sempre libera.

Un toccasana per l’ambiente e per lo smaltimento del traffico. La maggiore fluidità veicolare riduce il rumore e i consumi energetici, quindi l’inquinamento, in quanto saranno necessarie meno frenate ed accelerazioni nel lungo tratto di strada che gira intorno al centro della città.

Attualmente a Lecce c’è l’«onda rossa»: un’espressione ironica per dire che dopo il rosso si trova a pochi metri un altro semaforo con lo stesso colore che blocca la marcia, a meno che non si facciano sorpassi azzardati e accelerazioni da Formula uno (cui molti non rinunciano), con il risultato di rendere le circonvallazioni un inferno di smog, insicuro e stressante. Eppure, proprio a Lecce, circa 20 anni fa, fu proprio il sindaco Poli Bortone a introdurre una piccola sperimentazione di semafori verdi sincronizzati per non arrestare la marcia su un tratto della circonvallazione. Poi il progetto fu abbandonato dai suoi successori. Un arretramento rispetto a tante realtà del Settentrione.

«Siamo indietro rispetto alle città del nord Europa: dobbiamo modernizzare il sistema di viabilità - spiega Adriana Poli Bortone - C’è ancora molto da fare. Dovremo attendere le risorse, ma cercherò di accelerare anche su questo fronte».

Il problema è che c’è un primo ostacolo da superare prima di dare il via all’installazione dei sistemi elettronici che consentono di garantire l’onda verde: gli impianti semaforici leccesi sono tutti obsoleti. Nell’era degli impianti che modificano le tempistiche di attesa a seconda delle rilevazioni del traffico, Lecce è rimasta a tecnologie di 40 anni fa. «È già programmata la sostituzione di diversi impianti per poi passare al secondo step dell’onda verde - chiarisce il comandante della polizia municipale, Donato Zacheo - Tutto si può fare tenendo presente il budget». Lo scoglio più grande sono sempre le risorse, per ogni città, ma a Lecce le multe sono tante e adesso c’è anche un autovelox che potrebbe far incassare milioni al Comune. «Dobbiamo sistemare tutti gli impianti, perché sono vecchi e funzionano male: c’è l’esigenza di cambiare le schede elettroniche - chiarisce Zacheo - Per ottenere l’onda verde è necessario montare i sensori e le nuove tecnologie: c’è tutto un sistema da cambiare. Andiamo per gradi. La cosa più importante è l’intervento infrastrutturale che consentirà un ammodernamento degli impianti semaforici. Abbiamo semafori vecchissimi, mai cambiati, che ogni tanto vanno in tilt, schede vecchie, riparazioni inadeguate. Prevederemo quest’anno un accordo quadro per cambiare tutti gli impianti entro il 2025. Come sempre bisogna fare i conti con le risorse». Bisogna fare i conti anche con i tempi: è giunta l’ora per Lecce di diventare una città moderna.

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