BARI - Il sospetto è che nel centro Dia di Lecce ci fosse una squadra di militari pronta a vendere informazioni al miglior offerente. Non solo agli uomini del gruppo di hacker di Milano, cui il maresciallo napoletano Giuliano Schiano consegnava documenti riservati in cambio di 1.300 euro al mese. Ma anche ad altra gente, probabilmente altri investigatori privati locali. Di certo - secondo la Procura di Milano - in quell’ufficio salentino a usare le banche dati per motivi non ortodossi non c’era solo Schiano.
I carabinieri di Varese, che hanno condotto l’inchiesta sulla Equalize, hanno infatti denunciato anche un altro sottufficiale, Tommaso Cagnazzo, 49 anni, di Galatina, un maresciallo capo dei carabinieri arrivato al centro Dia di Lecce dal Ros. Un collega di Schiano, appunto, sospettato di aver fatto alcune ricerche sul conto di imprenditori delle energie rinnovabili e per questo già finito in un fascicolo della Procura poi archiviato dal gip a inizio 2024.
A raccontarlo in una intercettazione è Giulio Cornelli, imprenditore reggiano della Dag, società satellite della Equalize e stretto collaboratore di «Sam» Calamucci, il geometra ritenuto il vero e proprio hacker del gruppo milanese: è l’inventore della piattaforma informatica Beyond in cui confluivano gli esiti degli accertamenti...