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Elezioni, a Lecce centrodestra sulle spine: malumore fra i civici di area

 
Alessandra Lezzi

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Alessandra Lezzi

Elezioni, a Lecce centrodestra sulle spine: malumore fra i civici di area

Pankiewicz: «Basta attendismi, siamo in ritardo». Dai vertici nazionali dei partiti non è ancora arrivato il via libera a chi, tra Adriana Poli Bortone, Ugo Lisi e Paolo Pagliaro, dovrà guidare la coalizione

Domenica 25 Febbraio 2024, 12:41

LECCE - L’immagine che viene in mente per descrivere il clima che si respira nel centrodestra leccese in vista delle Comunali è quella del giorno della corsa del Palio di Siena. Cavalli e fantini delle dieci contrade si ritrovano tutti nel cosiddetto Entrone, il grande cortile del del palazzo comunale. Allo scoppio del mortaretto, si avvicinano al punto di partenza, detto «mossa», che avviene quando il mossiere abbassa la fune. Un momento durante il quale l’alta tensione ha non poche volte provocato incidenti anche gravi.

A Lecce lo scoppio del mortaretto che fa uscire i candidati dal loro «Entrone» non si è ancora sentito. L’auspicio di chi è pronto a correre per Palazzo Carafa è che arrivi forte e chiaro questa settimana. L’ufficializzazione del candidato che dovrà guidare la coalizione contro il centrosinistra del sindaco Carlo Salvemini è nelle mani dei leader nazionali. Restano confermate le indiscrezioni, circolate anche sulla base dei sondaggi, che danno la senatrice Adriana Poli Bortone in vantaggio sugli altri due papabili: Ugo Lisi e Paolo Pagliaro.

Nei giorni scorsi negli ambienti del centrodestra si era anche ipotizzato un «ticket» che vedrebbe assegnare a Lisi la carica di vicesindaco in caso di vittoria della Poli. Ma gli equilibri tra i partiti della coalizione allontanano la possibilità. Lisi è molto vicino alla Lega e al suo segretario regionale, il senatore Roberto Marti. Gli alleati di Fratelli d’Italia, che contano di raccogliere un alto gradimento elettorale, non sarebbero disposti a restare a bocca asciutta rispetto alle due cariche più importanti. Il problema potrebbe essere superato nel mosaico di pesi e contrappesi che interessa anche altre città. Ma sul tavolo resterebbero comunque altre due valutazioni. La prima: i nomi dei possibili candidati sindaco sono da mesi tre. Individuare le cariche più importanti solo per due di loro potrebbe causare una frattura in piena campagna elettorale. La seconda: accordarsi fin dalla vigilia su chi farà il vicesindaco contrasterebbe con la possibilità di premiare chi dalle urne uscirà con i maggiori suffragi.

Intanto, se tra i vertici locali dei partiti le bocche restano cucite per non alimentare un malumore che invece base e potenziali candidati consiglieri hanno già più volte espresso, a parlare sono i movimenti civici. «Avremmo potuto pianificare molto prima il nostro assalto alla macchina da guerra del centrosinistra leccese», attacca Bronek Pankiewicz, presidente di Movimento Nuovo. «Siamo invece passati - stigmatizza - dal “subito dopo l’estate” al “prima di Natale” all’eterno “la settimana prossima” e non si capisce di quale anno. Procediamo tra tatticismi e attendismi e mancano tre mesi al giorno delle elezioni». Pankiewicz dice a voce alta quello che qualche settimana fa dissero i consiglieri di minoranza a Palazzo Carafa, arrivando anche a minacciare di individuare essi stessi un candidato sindaco e dare il via alla campagna elettorale. «Per vincere a Lecce avremmo potuto e dovuto creare già da molto prima una struttura politico-elettorale adeguata - puntalizza - considerato che ci dobbiamo confrontare con partiti che governano Lecce e la Puglia già da molti anni. Avremmo dovuto già aver girato in lungo e largo la città per proporre la nostra alternativa. Invece, siamo fermi, seppure ancora in tempo per vincere».

Salvo imprevisti, il tavolo nazionale dovrebbe essere riconvocato per martedì. Se il mortaretto segnerà o meno l’uscita dall’Entrone è tutto da vedere.

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