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Accordo Regione Puglia - Adisu: così sarà la Casa degli universitari a Lecce

Accordo Regione Puglia - Adisu: così sarà la Casa degli universitari a Lecce

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

Accordo Regione Puglia - Adisu: così sarà la Casa degli universitari a Lecce

Copertura totale delle borse di studio 2023-2024. L’ex caserma Cimarrusti recuperata e trasformata in residenza per i fuori sede. Gli studenti abiteranno nel cuore della città

Venerdì 16 Febbraio 2024, 13:47

Riparte da Lecce la seconda fase di «Puglia Regione Universitaria» partendo dal progetto bandiera del recupero, come Residenza universitaria urbana, del seicentesco ex convento dei Carmelitani Scalzi (caserma Cimmarrusti). E non solo. Ieri mattina è stato siglato, tra la direttrice del Dipartimento Istruzione, Formazione e Lavoro, Silvia Pellegrini, e il presidente Adisu Puglia, Alessandro Cataldo, l’accordo che prevede la copertura totale di tutte le borse di studio per l’anno accademico 2023/2024. Una notizia molto importante per le famiglie che, nel frattempo, hanno dovuto anticipare somme per mantenere i figli agli studi.

Per la dirigente regionale della sezione Istruzione e Università Marella Lamacchia, il Progetto che porta la casa degli studenti nel cuore della città «costituisce un caso esemplare anche grazie alla visione strategica del Comune di Lecce».

Il protocollo d’intesa che sarà firmato il prossimo 22 febbraio con un evento proprio nell’ex caserma, è un addendum al documento già siglato nel 2021 e di cui si perseguono le finalità allargando la platea al Conservatorio e all’Accademia di Belle Arti. Con l’avvio della seconda fase del progetto gli studenti, giovedì prossimo, si approprieranno simbolicamente dello spazio urbano prospiciente la futura residenza universitaria dando vita a un evento artistico e musicale che prevede esibizioni jazz, dj set, giochi di luci.

Sarà una festa degli studenti avverrà che vede teatro la piazza antistante la nuova residenza universitaria che ritornerà a vivere ospitando la nuova casa degli studenti universitari. I progettisti, infatti, hanno fortemente voluto il ribaltamento dell’ingresso principale che non sarà più su corso Libertini, ma dalla piazzetta antistante l’ex convento.

«Siamo dentro un progetto ambizioso di trasformazione delle nostre aree urbane – ha detto il sindaco di Lecce Carlo Salvemini – che si incarica di fare sintesi di alcuni elementi oggi acquisiti come sensibilità politica culturale: la rigenerazione, il recupero e il riuso dei beni in abbandono e l’aggiornamento delle valutazioni urbanistiche rispetto all’allocazione delle sedi universitarie. Prima era prassi l’allocazione in aree periferiche sul modello dei campus anglosassoni, oggi invece le città si nutrono di relazioni comunitarie, in cui proprio gli studenti universitari vogliono vivere le città dentro l’esperienza universitaria. Quando si è profilato questo progetto, quindi, abbiamo molto insistito perché la scelta cadesse sull’ex Cimmarusti, nel centro storico, proprio perché gli studenti vivessero dentro la città e non fuori, in comunicazione con le altre sedi universitari (accademia, rettorato, Codacci Pisanelli). Oggi dobbiamo agire per contrastare il rischio che le città storiche si svuotino di residenza per far posto alla ricettività. Possiamo preservarle garantendo funzioni di uso collettivo e posti per la residenza, come stiamo prevedendo anche all’interno del nuovo piano urbanistico generale. Con il rinnovo del protocollo, poi, coinvolgiamo tutte le istituzioni formative, che sono un gioiello della città di Lecce».

Per Silvia Pellegrini «è fondamentale il tema del recupero del patrimonio nelle politiche di realizzazione di nuovi studentati nelle città universitarie di Puglia, così come confermato nei concorsi che si sono tenuti nelle città.»

Nicola Martinelli (Urb@nit) ha precisato che «la manifestazione del 22 febbraio costituisce il punto di arrivo di Puglia Regione Universitaria e l’avvio del nuovo programma biennale del progetto. La scelta di quel luogo e del tipo di manifestazione è la conferma degli obiettivi dei cinque temi nei quali si articola l’agenda regionale del diritto allo studio: riqualificare i luoghi urbani, rispondere al principio di lotta al consumo di suolo, allargare la partecipazione agli studenti, che nel caso della festa in piazza del 22, saranno i protagonisti».

La prima fase del progetto si è chiusa con l’approvazione dell’Agenda regionale del Diritto allo studio: Regione, Adisu, Atenei e Città universitarie in dialogo con le organizzazioni studentesche hanno tracciato un quadro di riferimento programmatico rispetto al quale collocare le singole politiche e azioni per una piena cittadinanza studentesca.

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