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Marittima, battaglia legale tra parroco e villeggiante per il rintocco delle campane

Marittima, battaglia legale tra parroco e villeggiante per il rintocco delle campane

 
Giovanni Nuzzo

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Giovanni Nuzzo

Marittima, battaglia legale tra parroco e villeggiante per il rintocco delle campane

Il parroco del paese in provincia di Diso trascinato in tribunale da un villeggiante che ritiene insopportabile il suono delle campane Ma il paese insorge: «La tradizione non si tocca»

Mercoledì 31 Gennaio 2024, 10:00

Marittima (Diso) - Finisce in tribunale la diatriba tra un villeggiante e il parroco del paese per il suono delle campane. Colui che si lamenta del «rumore» è un cittadino leccese che ha acquistato una casa a Marittima, nei pressi della chiesa parrocchiale, in pieno centro storico, per trascorrere le festività e le vacanze estive in tranquillità. Successivamente, però, ha dovuto fare i conti con i rintocchi delle campane, che annunciano le funzioni liturgiche o segnano i momenti di festa e di lutto legati alla tradizione del paese. Non li sopporta e invoca la riduzione dei decibel.

La comunità di Marittima, però, insorge, manifesta solidarietà al sacerdote, don Giovanni Negro, e difende le proprie radici e le proprie tradizioni. Per i residenti il suono campanario non disturba, anzi è «avvolgente e rassicurante, un faro guida nel cammino del tempo, un segno tangibile del legame identitario che va rispettato», si legge in uno dei tanti messaggi sui social.

In paese non si parla d’altro. I parrocchiani intervengono a sostegno del proprio patrimonio storico culturale, alzano la voce contro quella che considerano la volontà isolata di un ospite.

Di fatto, però, a seguito della denuncia, il parroco è stato trascinato in tribunale. L’udienza è stata fissata dal giudice nei primi giorni di giugno prossimo. Il braccio di ferro tra la famiglia del villeggiante che si sente disturbata e don Giovanni Negro, parroco della parrocchia “San Vitale”, si trascina da circa due anni. Prima è stata inviata una diffida, che non ha però sortito i risultati sperati, poi tutto è sfociato nella battaglia a colpi di carte bollate e alla fine in un’aula di tribunale.

«Le campane non si toccano perchè sono utilizzate solo per annunciare le funzioni liturgiche e i decibel sono nella norma», alzano la voce i parrocchiani. Pur vivendo nelle vicinanze della chiesa madre, all’ombra del campanile, nessuno mai si è lamentato dell’impatto sonoro. «I rintocchi brevi e segnano momenti importanti - afferma Francesco Casciaro, un residente - non causano disturbo prolungato, ma sono intrinsecamente legati all’identità del paese. Purtroppo ora qualcuno, che viene qui a villeggiare, si oppone a questa armonia che ha segnato il passo del tempo per generazioni. È ora il momento di alzare la voce in difesa delle tradizioni, di stringere i legami che uniscono la comunità e resistere all’invadenza di una volontà isolata».

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