Marittima (Diso) - Finisce in tribunale la diatriba tra un villeggiante e il parroco del paese per il suono delle campane. Colui che si lamenta del «rumore» è un cittadino leccese che ha acquistato una casa a Marittima, nei pressi della chiesa parrocchiale, in pieno centro storico, per trascorrere le festività e le vacanze estive in tranquillità. Successivamente, però, ha dovuto fare i conti con i rintocchi delle campane, che annunciano le funzioni liturgiche o segnano i momenti di festa e di lutto legati alla tradizione del paese. Non li sopporta e invoca la riduzione dei decibel.
La comunità di Marittima, però, insorge, manifesta solidarietà al sacerdote, don Giovanni Negro, e difende le proprie radici e le proprie tradizioni. Per i residenti il suono campanario non disturba, anzi è «avvolgente e rassicurante, un faro guida nel cammino del tempo, un segno tangibile del legame identitario che va rispettato», si legge in uno dei tanti messaggi sui social.
In paese non si parla d’altro. I parrocchiani intervengono a sostegno del proprio patrimonio storico culturale, alzano la voce contro quella che considerano la volontà isolata di un ospite.
Di fatto, però, a seguito della denuncia, il parroco è stato trascinato in tribunale. L’udienza è stata fissata dal giudice nei primi giorni di giugno prossimo. Il braccio di ferro tra la famiglia del villeggiante che si sente disturbata e don Giovanni Negro, parroco della parrocchia “San Vitale”, si trascina da circa due anni. Prima è stata inviata una diffida, che non ha però sortito i risultati sperati, poi tutto è sfociato nella battaglia a colpi di carte bollate e alla fine in un’aula di tribunale.
«Le campane non si toccano perchè sono utilizzate solo per annunciare le funzioni liturgiche e i decibel sono nella norma», alzano la voce i parrocchiani. Pur vivendo nelle vicinanze della chiesa madre, all’ombra del campanile, nessuno mai si è lamentato dell’impatto sonoro. «I rintocchi brevi e segnano momenti importanti - afferma Francesco Casciaro, un residente - non causano disturbo prolungato, ma sono intrinsecamente legati all’identità del paese. Purtroppo ora qualcuno, che viene qui a villeggiare, si oppone a questa armonia che ha segnato il passo del tempo per generazioni. È ora il momento di alzare la voce in difesa delle tradizioni, di stringere i legami che uniscono la comunità e resistere all’invadenza di una volontà isolata».