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Lecce, servono medici per biopsie ed esami istologici: l’Asl chiama i pensionati

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

ospedale Vito Fazzi di Lecce

E' richiesta una polizza per la responsabilità civile per colpa grave e polizza infortuni, e per questo motivo le manifestazioni di interesse vanno deserti

Venerdì 29 Settembre 2023, 13:10

LECCE - Servono specialisti per i laboratori di Anatomia patologica e Asl Lecce “bussa” alla porta dei medici in pensione. L’assenza di specialisti fa invocare, sempre più, il rientro al lavoro dei medici andati in pensione con un ma di non poco conto. Il professionista incaricato dalla Asl, al momento della sottoscrizione del contratto dovrà produrre una polizza per la responsabilità civile per colpa grave e polizza infortuni a proprio carico ed essere munito di Partita Iva. Proprio la richiesta del possesso delle polizze disincentiva i medici dal dare la propria disponibilità così che gli avvisi per la manifestazione di interesse vanno deserti o quasi. Questo il punto. D’altra parte si tratta di tariffe non proprio popolari.

Un medico di base paga circa 400 euro l’anno, ma per gli ospedalieri si ragiona in termini di migliaia di euro. Chi paga quote maggiori sono i ginecologi e gli anestesisti, ma si parte da 1.500 euro per arrivare anche a sfiorare i 5 mila. Il tutto per un compenso orario di 60 euro lorde con il solo vantaggio di potersi candidare anche se non più iscritti all’albo. Lo stesso Ordine dei medici di Lecce ha fatto presente alla Asl che la richiesta di polizza assicurativa finisce per essere uno sbarramento al rientro in servizio dei pensionati, ma alla fine è stata riproposta anche in questo avviso indirizzato agli specialisti dell’Anatomia patologica.

Quello della carenza di anatomo-patologi non è una novità. È una professione sempre più importante nella gestione delle malattie più gravi, non a caso nei team oncologici è presente un anatomo-patologo che partecipa al processo della pianificazione terapeutica della medicina di precisione. Eppure è una professione che non ha forte appeal tant’è che il calo di professionisti, in Italia, è di oltre il 25 per cento in cinque anni con un calo da 1.500 a 1.100 specialisti e i posti di specializzazione rimangono vacanti per il 50 per cento. Di questi specialisti non si sa molto perché il loro è un lavoro “dietro le quinte” e nella percezione comune è spesso associato all’autopsia. Invece si tratta di una professione che si è evoluta sino a diventare centrale per la cura di malattie gravi. Basti pensare che questi specialisti hanno un ruolo fondamentale nella diagnosi sulle cellule (diagnosi citologica) e sui tessuti umani (diagnosi istologica) e mettono “bocca” su tanti casi, non solo di tumore.

Durante una gastroscopia è l’anatomo-patologo che scrutando un vetrino istologico al microscopio conferma o meno il sospetto diagnostico del gastroenterologo. E ancora. In presenza di una lesione pigmentata sulla pelle è l’anatomo-patologo che dice al dermatologo se si tratta di una lesione benigna o maligna come il melanoma. Come pure nel caso di trapianti renali o di cuore ha un ruolo fondamentale nella valutazione della idoneità dell’organo. La medicina di precisione ha poi messo al centro gli anatomo-patologi, in tutte le fasi del percorso diagnostico e terapeutico. Ma è una figura centrale anche negli screening dei tumori dell’utero da Hpv, il “pap test” e l’esecuzione dei test molecolari per definire se c’è un’infezione ad alto rischio di sviluppare un cancro. Eppure i giovani medici scansano questa specializzazione e i sistemi sanitari invocano i pensionati.

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