ORTELLE - Rinasce dopo due secoli un antico frantoio ipogeo, rimasto nell’oblio e colmato di rifiuti di ogni genere.
Per anni e anni l’antico “trappitu”, ubicato su via San Vito, in pieno centro abitato, una volta cessata l’attività produttiva olearia è stato abbandonato e dimenticato. Ora per ferma volontà della proprietaria, Raffaella Maggio, in collaborazione col fratello Roberto, è stato recuperato, spinto anche da Antonio Casciaro, detto “Rossi”, a testimonianza dell’economia agricola tradizionale per la tutela dei beni storici. Sarà aperto al pubblico per divulgare la cultura dell’olio e sarà fruibile per incontri, mostre, conferenze e visite didattiche. Un patrimonio inestimabile che evidenzia le tracce di un passato.
Il frantoio scavato nella roccia a circa 5 metri di profondità dalla sede stradale originariamente apparteneva alla nobile famiglia Rizzelli e produceva importanti quantitativi di olio. Secondo le testimonianze verbali, il trappeto a grotta è entrato in uso a cavallo tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 per poi cessare l’attività produttiva durante la Prima guerra mondiale. Una grata protettiva in ferro fissata su di una piccola finestra si affacciava sul piano stradale lungo via San Vito, permetteva il ricambio dell’aria, unica sorgente di luce. Dal 1920 il frantoio è stato abbandonato, con tutte le rispettive attrezzature olearie.
Questa sera, ore 18, in via San Vito, l’antico ipogeo può essere visitato e sarà oggetto di un incontro pubblico in collaborazione con l’Azienda agricola “Lu Campu”. Previsto un dibattito sul tema “I trappeti per la produzione dell’olio lampante in Terra d’Otranto”, con gli interventi del professore Maurizio Nocera e dell’architetto Antonio Monte, esperto di archeologia industriale e Ricercatore CNR – ISPC, vice presidente AIPAI. Interverrà inoltre il dottor Luigi Circhetta. Modera Antonio Casciaro. Poi l’intervento della proprietaria Raffaella Maggio. Infine canti dal vivo con gli artisti Antonio Amato, Criamu, Rocco Giangreco, Sara Fracasso, Anna Cinzia Villani, Giuseppe Astore e Consuelo, Carlo De Pascalis, Katia Giagnotti, Valentina Marzotta e Rocco Borlizzi. Poi i versi dei poeti. In pedana: Tina Rizzo De Giovanni, Franco Maci, Vito Antonio Conte, Fernando Bevilacqua, Roberto Molle, Giovanni Santese, Assunta Capraro, Pina Petracca, Teresa Vella, Giuseppe Greco e Giuliana Coppola. Allestita anche una mostra di pittura a cura Carlo Casciaro e Donato Gravante