TREPUZZI - Avrebbe aggredito un pescatore anziano dopo che aveva rimproverato alcuni ragazzini e per questo era stato redarguito. Come se non bastasse, avrebbe esploso alcuni colpi di arma da fuoco contro l’abitazione e contro l’auto della persona che aveva preso le difese dell’uomo.
Per questa storia, che risale al Ferragosto dello scorso anno, un 36enne di Trepuzzi - R. C. - è finito sotto processo, dopo che la sostituto della Dda Giovanna Cannarile ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato a carico del trepuzzese, nome noto alle cronache locali perché coinvolto nell’operazione “Final Blow”, la maxi inchiesta antimafia condotta nel febbraio del 2020. Erano stati i poliziotti a ricostruire quanto accaduto praticamente in riva al mare. Il 36enne avrebbe aggredito l’anziano sulla spiaggia minacciandolo e picchiandolo davanti a minori e passanti. L’unica “colpa” del pescatore era quella di aver redarguito il comportamento che l’imputato aveva avuto avuto nei confronti di alcuni ragazzini che stavano giocando in spiaggia.
Infastidito dall’intervento del pescatore, il 36enne impugnò la pistola raggiungendo la sua abitazione ed esplose diversi colpi di pistola sull’auto e l’ingresso dell’abitazione. Gli agenti della Sezione antirapina della squadra mobile , esaminando i filmati delle telecamere e sulle base testimonianze delle vittime e di alcuni testimoni, riuscirono a chiudere subito il cerchio.
Ad aprile del 2023, Cozzella è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Lecce. Tuttora il giovane, assistito dall’avvocato Salvatore Rollo, si trova ai domiciliari.
Il processo comincerà ad ottobre. Le accuse sono di minacce, danneggiamento e porto in luogo pubblico dell’arma, con l’aggravante dell’aver agito per futili motivi e con metodo mafioso. Il difensore dell’imputato, dal canto suo, nel processo intende sottolineare una versione dei fatti totalmente differente.