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«Sindaco, a Nardò serve una casa di riposo»

 
Stefano Manca

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Stefano Manca

«Sindaco, a Nardò serve una casa di riposo»

Accorato appello di un docente di 91 anni al primo cittadino

Martedì 29 Agosto 2023, 12:48

NARDO' - Una città e le sue rughe, quelle dei tanti anziani che la vivono tra le esigenze che cambiano. Sanitarie, soprattutto. Con una toccante lettera aperta indirizzata al primo cittadino Pippi Mellone, a sollevare la questione non è un politico né un’associazione o un comitato. Ma il professor Giuseppe Natale, 91 anni, maestro elementare di generazioni di scolari del secolo scorso, che ricorda come Nardò sia ad oggi sprovvista di strutture sanitarie per anziani. Il professore parte da un episodio personale, cioè un recente ricovero insieme alla moglie presso una struttura sanitaria salentina fuori da Nardò, per rivolgersi direttamente al sindaco Mellone.

Toni d’altri tempi e perciò di rara bellezza, composti ma fermi, ben distanti dal rumoroso chiacchiericcio dell’era contemporanea. Le sue parole: «Contrariamente a quanto da me programmato nel congedarmi da voi per un mio trasferimento a Carpi, dove ha la residenza mio figlio, sono sorte alcune situazioni economiche non previste. Da qui il nostro ricovero in una casa di riposo del piccolissimo comune di Seclì». Fatte le premesse, arriva il suggerimento al primo cittadino neretino: «Sarebbe necessario che il nostro sindaco di Nardò, l’avvocato Giuseppe Mellone, compresi gli altri amministratori che lo hanno preceduto, visitassero questa casa di riposo in cui mi trovo, lontano da Nardò, per poi chiedersi come mai non siamo mai riusciti ad averne una nel nostro Comune pur essendo la più grande città della provincia dopo il capoluogo».

Il professor Natale, va precisato, non è scontento della struttura “forestiera” in cui si trova, anzi. Tuttavia l’amore per la sua città (oltre ai vantaggi logistici per familiari e amici che lo andrebbero a trovare) lo porta ad esprimere amarezza per non poter usufruire dei medesimi servizi a Nardò. «Non avrei mai pensato di trovarmi ricoverato con mia moglie in questo grande istituto – prosegue – dove mi sembra di stare in un normale ospedale, con personale medico e infermieri altamente specializzati pronti a intervenire a tutela degli assistiti, molti dei quali provenienti dalla nostra Nardò. Sono queste – conclude il professor Natale – le opere che debbono avere la precedenza e non le tante rotonde, parchi, piste ciclabili sul lungomare o pensare di demolire una scuola per un parcheggio».

L’appello del professor Natale non ha ancora sortito repliche istituzionali ma non è passato inosservato sui social. Che il professor Natale frequenta e attraverso i quali è spesso raggiunto dai tanti suoi ex alunni per un saluto affettuoso. Dunque una “questione anziani” la città la vive eccome. Tuttavia in questi anni alcuni interventi sono stati annunciati e altri avviati. Come ad esempio il cantiere per la rigenerazione dell’ex complesso Antoniano di via Generale Cantore. Qui dopo l’accordo sottoscritto con la curia vescovile proprietaria dell’immobile, un anno fa sono iniziati i lavori per trasformare il vecchio edificio in disuso in una residenza sanitaria per persone disabili con 18 posti letto e altri servizi. Un secondo intervento, in questo caso auspicato e ancora lontano dall’essere realizzato, prevede la nascita in zona 167 di una residenza sociale per anziani autosufficienti. La struttura, in caso di futura aggiudicazione di fondi Pnrr, sorgerebbe al posto dell’incompiuto ex gerontocomio demolito nei mesi scorsi. Nel frattempo il professor Natale e tantissimi neretini continuano a bussare a strutture sanitare fuori città. E figli e nipoti ricorrono al caotico mercato di colf e badanti.

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