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Lecce, nuova camera iperbarica fermata dalla burocrazia

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

Lecce, nuova camera iperbarica fermata dalla burocrazia

Eppure la Asl paga due tecnici e 50mila euro di manutenzione

Giovedì 22 Giugno 2023, 10:54

LECCE - Una camera iperbarica di nuova generazione non utilizzata e i salentini devono accontentarsi di quella vetusta che si trova nell’ospedale di Gallipoli, peraltro soggetta a fermi per malfunzionamenti dovuti all’usura: è tornata in funzione solo tre giorni fa. E non solo. Per la camera iperbarica in questione, allocata a suo tempo al Dea (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di Lecce, Asl Lecce paga una manutenzione di 50 mila euro, lo stipendio a due tecnici assunti a novembre dello scorso anno, ma di fatto a braccia conserte non essendo la strumentazione funzionante, le prestazioni in convenzione con una clinica che comunque non copre le urgenze. Dietro il fermo una vera e propria schizofrenia burocratica, alquanto costosa però. Sta di fatto che dalla consegna delle chiavi alla Asl, a dicembre 2019 quando fu chiuso il cantiere del Dea, sono stati accreditati i vari reparti, da marzo dello scorso anno è operativo il Dipartimento di Emergenza e Urgenza, ma la camera iperbarica rimane ferma. Il paradosso riguarda la circostanza che alla messa in opera di questa preziosa strumentazione manca unicamente l’accreditamento da parte della Regione Puglia. Perché si sia ancora in questo singolare limbo è un mistero. Sta di fatto che al momento tutto è in standby.

«Una sola camera iperbarica è sufficiente a soddisfare le richieste dell’intera provincia - premette Stefano Rossi, direttore generale della Asl di Lecce -, certamente la nuova, attualmente in corso di accreditamento, darà maggiore efficienza e ci stiamo impegnando affinché l’entrata in funzione sia il più rapida possibile compatibilmente con un iter che si è rivelato più complesso del previsto».

Il direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione del Sacro cuore di Gesù di Gallipoli, Giancarlo Negro, spiega perché questa macchina è importante e rassicura sulla funzionalità di quella di Gallipoli: «Sicuramente è una macchina datata, credo sia degli anni Novanta, però funziona. Aveva bisogno di alcuni adeguamenti programmati. Una camera iperbarica basta per le urgenze di tutta la provincia, ma la scorsa estate sono arrivate anche da Brindisi, Taranto e Barletta. Siamo un punto di riferimento interprovinciale in quanto a Taranto c’è quella della Marina Militare che non è un impianto pubblico aziendale, anche se quando è necessario intervengono, Brindisi non ne ha, dopo di noi la più vicina è al San Paolo di Bari. È una macchina molto importante, in alcuni casi salvavita. D’estate l’urgenza più frequente è quella per la patologia da decompressione, malattia dei subacquei che insorge quando risalgono troppo velocemente in superficie, d’inverno quella per le intossicazioni da monossido di carbonio per gli scarichi del riscaldamento. Diciamo che d’estate è più è più frequente che possono succedere subacquei, d’inverno quelli domestici».

Sta di fatto che una macchina nuova è ferma e una vetusta, pur arrancando è in funzione. «Penso che stia per attivare una nuova camera iperbarica più grande al Dea, che dal punto di vista strutturale credo sia pronta, ma sono necessarie tutte le operazioni di accreditamento. Penso che una volta messa in funzione probabilmente potrebbe essere sufficiente per le esigenze aziendali, ma queste sono scelte più che altro di management. Noi abbiamo messo in funzione questa di Gallipoli e abbiamo già fatto le prime sedute. Oltre alle urgenza ci sono le ipo-acuzie che sono altrettanto importanti da trattare. Una di queste è l’ipoacusia improvvisa, tutte le ferite o le ulcere che hanno difficoltà di guarigione, le ulcere diabetiche che sono molto sono molto comuni e si giovano di questo tipo di trattamento».

Prima o poi, sicuramente, la camera iperbarica del Dea entrerà in funzione tuttavia rimane l’amaro in bocca di una strumentazione che potrebbe essere utilizzata con vantaggi per gli utenti e risparmi per la Asl, apparato burocratico permettendo.

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