MARTANO - L'istituto Trinchese di Martano diventa presidio di «Libera». La cerimonia di sottoscrizione del protocollo d’intesa c'è stata oggi alle ore 9, nell’Auditorium Moschettini. L'atto rende la scuola un nuovo Presidio di «Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie», costituito da studenti, docenti, personale Ata e genitori, che da veri "difensori della legalità" promuoveranno l'applicazione della Costituzione Italiana a partire dalle relazioni ed esperienze che vivono nella loro quotidianità.
Alla firma la comunità del Trinchese arriva dopo eventi, incontri, dibattiti, "progetti legalità" e percorsi sui temi delle mafie, «con lo scopo di promuovere i diritti di cittadinanza, la cultura della legalità democratica e la giustizia sociale, per contrastare il dominio mafioso del territorio e per valorizzare la memoria delle vittime di mafie».
Il nuovo Presidio è stato intitolato alla memoria di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone «che ha compiuto fino in fondo il proprio dovere come servitore dello Stato incurante del rischio che comportava, perché “Antonio era un poliziotto non per sé, ma per gli altri ed aveva fatto della divisa il proprio essere”».
Tra i presenti la dirigente scolastica Alieta Sciolti, l'ex procuratore Cataldo Motta, che sarà testimonial dell'evento, il sindaco di Martano Fabio Tarantino, Flora Coluccia, baby sindaco di Martano e Elena Biasco, baby sindaco di Carpignano, e ancora Vincenzo Melilli e Angela Cagnazzo in rappresentanza dell’UST- Lecce; Valerio D’Amici, referente di Libera di Brindisi e provincia, Matilde Montinaro, sorella del caposcorta Antonio Montinaro, Cesare Caracuta, Presidente del C.d.I., Alessandro Coricciati, presidente di Olivami.
A moderare l'incontro il professor Michele Martano. Durante l’evento si è esibito il coro dell’istituto Trinchese diretto dal Maestro Mauro Palumbo.
Dopo la firma c'è stata la piantumazione di un ulivo, donato dall’associazione “Olivami”. «Un atto di grande valore simbolico», spiegano dal Trinchese, che vuole ricordare la piantumazione dell’ulivo posto a dimora a Palermo, in via d’Amelio, proprio sul luogo dove il 19 luglio 1992 vennero uccisi il giudice Paolo Borsellino e i componenti della sua scorta. Quell’ulivo, proveniente da Betlemme, venne piantato un anno dopo la strage ed è divenuto un simbolo di speranza. Ad innaffiare la pianta i due sindaci baby.
«La Scuola è per vocazione, presidio di legalità - dice la dirigente scolastica Alieta Sciolti - perché luogo in cui si danno e si rispettano regole, più che in ogni altro ambiente. La società fin troppo liquida, la crisi della famiglia e della società educante spesso la lasciano sola, baluardo di rigore culturale e morale». La dirigente ha voluto ringraziare anche «la professoressa Simona Solombrino che ha fortemente creduto nel progetto e ha portato avanti tutto l’iter necessario affinchè la nostra scuola diventasse presidio di legalità, i docenti e gli studenti che con il loro impegno faranno “camminare sulle proprie gambe” le idee dei grandi uomini come Giovanni Falcone».
«In questa giornata - conclude la professoressa Sciolti - esercitiamo la memoria ricordando chi come Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo ha donato se stesso fino all’estremo sacrificio per affermare la legalità».
Testimonial del patto, si diceva, Cataldo Motta, «una vita di grande esempio di vittoria contro la mafia. Un uomo che ha scritto la storia della magistratura leccese e che in oltre quarant’anni, spesi al servizio dello Stato, è diventato immagine di legalità e giustizia».