Domenica 07 Settembre 2025 | 00:10

Lecce, denuncia l'ex partner: «Mi ha trasmesso l’Hiv», ma la giudice lo assolve

 
Vincenzo Sparviero

Reporter:

Vincenzo Sparviero

Lecce tribunale nuova

La motivazione della sentenza: «La donna aveva anche un’altra relazione»

Venerdì 02 Dicembre 2022, 13:01

LECCE - Aveva denunciato di aver contratto l’Hiv da un ex compagno, con il quale aveva avuto rapporti non protetti. Per questa ragione, un 44enne residente in provincia di Lecce è finito davanti al giudice con accuse gravissime che, però, sono cadute. La giudice Laura Liguori, infatti, lo ha assolto.

Non ci sarebbero prove certe per affermare che la denunciante - che ha la stessa età dell’ex partner finito sotto processo - si sia infettata per via di quella relazione “perché – è scritto testualmente nella sentenza – il suo compagno aveva risposto bene alle terapie e nello stesso periodo la donna aveva intrattenuto rapporti sessuali con altri uomini come emerso nel corso delle indagini”. L’uomo era accusato di lesioni personali gravissime che sono così cadute durante il processo svolto con il rito abbreviato. La giudice ha anche disposto che sborsare i cinquantamila euro chiesti come risarcimento dalla donna.

La ex partner aveva presentato una querela attraverso l’avvocato Francesca Carrozza. Nella denuncia aveva scritto nel 2019 aveva scoperto di aver contratto il virus dell’Hiv dopo una serie di accertamenti effettuati per via di alcuni malesseri che accusava da un po’ di tempo.

Malesseri che la stessa collegava - all’esito delle analisi - ai rapporti sessuali non protetti con il suo compagno, sieropositivo da tempo. Per questa ragione era costretta ad assumere molti farmaci.

Le indagini, dopo la denuncia, sono scattate immediatamente ma - per difendere l’uomo - è stata allegata al fascicolo una dettagliata memoria difensiva memoria depositata dall’avvocato Raffaele Benfatto.

Il legale - tra le altre cose - precisava i tempi della relazione avuta dal suo assistito con la denunciante - esattamente tra il 2016 e il 2018 - l’epoca in cui aveva saputo della sua sieropositività (nel 2010). Inoltre, faceva riferimento alla terapia che aveva fatto in modo che la malattia regredisse.

Dalla certificazione medica prodotta, infatti, era emersa “un’ottima risposta viruimmunologica e una rapida soppressione della viremia”. Alla luce di tutto ciò, la giudice ha preso la sua decisione scrivendo nelle motivazioni della sentenza “in assenza di alcuna evidenza scientifica circa i tempi di latenza della malattia e tenuto conto dei tempi in cui si sarebbe consumata la relazione tra la persona offesa e l’imputato l’accusa nei suoi riguardi appare infondata o comunque non sufficientemente provata”.

Tra le altre cose, la giudice ha anche aggiunto particolari emersi dalle indagini ossia che «questa donna - è scritto sempre nella sentenza - ebbe anche un’altra relazione sentimentale con una persona, a suo dire, non sieropositiva seppur in assenza di certificazione medica nel periodo in cui potenzialmente avrebbe contratto la malattia”. Insomma, sarebbero emerse altre relazioni sentimentali intrattenute dalla donna con soggetti rimasti estranei e sui quali non è stato svolto alcun accertamento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)