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Immigrati, è Leuca la nuova frontiera

Immigrati, è Leuca la nuova frontiera

 
Antonio Andrea Ciardo

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Antonio Andrea Ciardo

Immigrati, è Leuca la nuova frontiera

L'arrivo al porto di Santa Maria di Leuca dei migranti

Ancora uno sbarco la scorsa notte con 91 afghani, un iraniano, donne e bambini subito soccorsi. Il direttore della Caritas: «Nel loro sguardo la speranza»

Domenica 28 Agosto 2022, 11:13

Una mamma incinta di sette mesi che tiene in braccio l’altro figlio. Un bimbo in canottiera, mutandine e scarpe da ginnastica davanti alla grande scritta Salento. I volontari della Caritas che giocano con altri piccoli. I volti seri di giovani genitori e quelli spensierati dei figli. Sono le immagini, drammatiche e allo stesso tempo dolcissime, dello sbarco della notte tra venerdì e ieri nel piccolo porto di Torrevado, frazione di Morciano di Leuca. 

Una barca a vela si è arenata ed è stata soccorsa prima dalla Guardia di Finanza e poi dalla Guardia costiera. A bordo 91 afghani, un iraniano, 37 uomini, 17 donne tra le quali Maria incinta di sette mesi, 37 minori 10 dei quali non accompagnati. Un viaggio di non meno di cinque giorni. Dopo i primi controlli sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza don Tonino Bello di Otranto. In gran parte sono famiglie: vogliono andare il Germania. Nella mattinata di ieri, poi, è giunto anche un altro gruppo, più piccolo, direttamente nel porto di Leuca.

«La Croce rossa ci ha chiamati alle 3,30 di notte e siamo subito accorsi, dopo aver prelevato il materiale di primo intervento. Lo facciamo perché non possiamo non accogliere. E si segnalano quasi certi nuovi arrivi in giornata»: a parlare è don Lucio Ciardo, infaticabile direttore della Caritas diocesana di Ugento-Santa Maria Leuca. Ancora uno sbarco nella notte tra il 20 e il 21 agosto scorso: un gruppo di 70 persone in fuga del Nord Africa fu rintracciato in località 'Ciolo', la suggestiva insenatura rocciosa di Gagliano del Capo. Nella notte, infatti, unità navali della Guardia di Finanza intercettarono al largo del Capo di Leuca un catamarano con a bordo 59 persone (46 uomini e 13 donne, tra cui 7 bambini) provenienti da Azerbaijan, Palestina, Siria, Iran e Iraq. L’imbarcazione giunse nel porto di Leuca intorno alle 7 dell’1 agosto dove i migranti furono fatti sbarcare, soccorsi da personale della Croce Rossa e della Caritas e da unità dell’Usmaf.

All’alba del 1° giugno scorso otto migranti, tutti maschi adulti, furono rintracciati mentre vagavano sulla terraferma, nelle campagne di Gagliano del Capo, dopo essere presumibilmente sbarcati da poco. Il 2 maggio un nuovo arrivo di migranti sulle coste del Salento: poco prima dell’alba, lo sbarco si verificò sulle coste di Gallipoli, al largo delle quali i finanzieri intercettarono una barca a vela, con a bordo 47 migranti, tra i quali anche una decina di minorenni (alcuni di essi non accompagnati) e due donne (24 iracheni, 17 afghani, 5 iraniani ed un siriano).

Don Lucio Ciardo non riesce a cancellare dalla mente quel peschereccio carica di storie ed umanità arrivato sulle coste del Salento lo scorso mese di novembre. «Su quell’imbarcazione erano stipate 222 persone di otto nazionalità diverse. E’ stato uno degli sbarchi più numerosi degli ultimi mesi. Tra i profughi c’erano 20 donne e ben 64 minorenni, tra cui i due piccoli afghani di quattro mesi, Eslan e Wahid. Erano stanchi, stremati, ma negli occhi, come per molti migranti che completano il loro viaggio, c’era lo sguardo della speranza, di chi adesso può sognare un futuro migliore». Il direttore della Caritas diocesana di Ugento-Santa Maria di Leuca, sostenuto e incoraggiato dal Vescovo Mons. Vito Angiuli, è uno di quei sacerdoti di frontiera che anziché aspettare il migrante sull’uscio della porta, va incontro al suo dolore, alla sua storia. Lo ha fatto in passato e continua a farlo anche adesso, proseguendo l’eredità culturale e spirituale lasciata da don Tonino Bello, che in questa terra nacque e oggi riposa.

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