LECCE - Il sindaco non gradisce di essere snobbato dalla tv. L’editore sottolinea la limpidezza e il rispetto delle regole della sua redazione. Il vescovo non intende essere sottoposto a strumentazioni politiche. Così, alla vigilia della festa patronale, esplode il «caso dell’estate», con tanto di botta e risposta dopo la conferenza stampa di presentazione degli eventi legati alla festa di Sant’Oronzo. A sollevare il polverone è il primo cittadino.
«Ormai dal 2019 - scrive - Telerama mi ignora. Alla fine della conferenza, la troupe ha chiesto di poter fare interviste solo al vescovo. Alla domanda del vescovo rivolta alla troupe “E al sindaco non chiedete nulla?”, la replica imbarazzata: “Abbiamo queste disposizioni”. Per me non si è trattato di una sorpresa, purtroppo. Non così per monsignor Seccia, che ha reagito dicendo - secondo il primo cittadino - È una vergogna. Un’offesa all’istituzione. Vi proibisco di trasmettere la mia intervista». «È arrivato il momento - rileva il sindaco - di una riflessione sul doveroso rispetto dell’equilibrio che i concessionari radiotelevisivi devono assicurare per legge ai cittadini. Da tempo siamo di fronte ad un’ulteriore involuzione, in ragione del ruolo politico assunto dall’editore in Consiglio regionale (Paolo Pagliaro del centrodestra). Che ieri anche il Vescovo metropolita ha toccato con mano. Ritengo non si possa più fare finta di non vedere».
Il vescovo, però, non sembra abbia gradito le esternazioni di Salvemini. «In primo luogo , si stigmatizza l’uso strumentale e divisivo di ogni accadimento relativo alla festa patronale - ha detto mons. Seccia -. Pertanto, si auspica che la figura super partes dell’arcivescovo, pastore di tutti, non venga mai tirata in ballo in polemiche di carattere politico. In secondo luogo, pur senza entrare nelle libere ed autonome scelte di tutte le testate giornalistiche, si ricorda che l’arcivescovo ha da sempre favorito un sinergico dialogo costruttivo con le istituzioni locali. È a tal fine che al termine della conferenza ho chiamato accanto a me il sindaco della città affinché le consuete interviste potessero coinvolgere congiuntamente l’autorità religiosa e l’autorità civile. Le relazioni con l’amministrazione sono state sempre caratterizzate dalla collaborazione e dal reciproco apprezzamento, pur nel rispetto dei distinti ambiti. In terzo luogo, si assicura che l’arcivescovo e l’intera diocesi hanno avuto e continuano ad avere cordiali e intense relazioni con l’emittente Tele Rama, contraddistinte da reciproca stima».
Non si è fatta attendere la replica dell’editore e consigliere regionale Paolo Pagliaro. «Mi giunge notizia di un attacco scomposto (non il primo per la verità) da parte del Sindaco di Lecce, che strumentalizza un episodio inconsistente per mettermi sotto accusa, come politico e come editore - fa sapere Pagliaro -. E qui tengo a sottolineare il mio assoluto rispetto dell'autonomia del lavoro della redazione, scevro da diktat e veti che mi vengono invece imputati. Accuse che offendono la professionalità dei giornalisti di Telerama e la mia attività di Consigliere regionale. La linea editoriale della televisione è chiara e limpida, scandita nelle storiche battaglie che le fanno da guida, attenta a dare spazio alla pluralità delle voci e delle opinioni. A maggior ragione mi aveva stupito e rammaricato la sortita di Sua Eccellenza, con la cui televisione Porta Lecce collaboriamo regolarmente e serenamente. Ma poi ho apprezzato la nota del Vescovo, che chiarisce l'equivoco e chiede di evitare strumentalizzazioni sui social, come ha fatto il primo cittadino di Lecce. Salvemini lamenta un'informazione sbilanciata, quando invece sono state osservate come sempre le regole della par condicio introdotte il 3 agosto per la campagna elettorale in atto. È lungo l'elenco di esponenti politici "allergici" alla libertà che da 33 anni contraddistingue l'informazione dell'emittente, orgoglio di Lecce e del Salento, che dà voce - com'è giusto che sia - anche alle critiche dei cittadini. Ed è forse questo che stizzisce tanto il Sindaco, evidentemente più attento alla propria immagine e visibilità che ai tanti, tantissimi problemi della nostra bella Lecce».
Per il direttore di Telerama, Giuseppe Vernaleone, era prevista l’intervista al vescovo per un servizio sulle funzioni religiose relative alla festa che sarebbe andato in onda nel corso della settimana e non nel servizio relativo alla conferenza appena svolta: il che - a suo avviso - spiegherebbe l’accaduto.