GALLIPOLI - Con la “Pasqua dei pescatori”, domenica scorsa è stato riaperto al culto il Santuario di Santa Maria del Canneto. Era chiuso per restauri dal novembre 2020, dopo i crolli verificatisi nel giugno di tre anni or sono. Di modeste dimensioni, ma significativi, avevano interessato ornamenti di carparo del concio di chiave di una delle volte a stella delle navate laterali e i cornicioni esterni.
Interventi di messa in sicurezza avevano consentito la prosecuzione delle pratiche di culto mentre il rettore, don Gigi De Rosa, era alle prese con la ricerca di risorse finanziarie per il restauro. Compito non facile, atteso che per eseguire tutte le opere necessarie - con la direzione dell’architetto Vincenzo Mariello, responsabile della sicurezza l’ingegnere Valentina Nicolardi, e con l’alta sorveglianza della Soprintendenza - sono occorsi 250.000 euro. Cifra coperta per 120.000 euro dal bonus facciate, 50.000 dalla Regione Puglia, 20.000 dalla Curia diocesana e 30.000 da offerte e donazioni. Il totale non quadra, perché mancano all’appello ulteriori 30.000 euro, per i quali don Gigi confida nel concorso dei fedeli.
I lavori eseguiti hanno riguardato prima l’interno, a cura dell’impresa “Restauri del sole” di Bari, dove si è appurato che la resina utilizzata in un precedente restauro sfaldava la pietra, per cui è stata rimossa e sostituita con acqua di calce.
È stato anche sostituito l’intonaco che, a causa dell’umidità delle pareti, faceva affiorare la componente cementizia grigia. All’esterno, restauro e tinteggiatura eseguiti dalla ditta Luigi Carlino di San Donato di Lecce, sono stati attenti a valorizzare anche componenti strutturali esistenti, come i quattro capitelli terminali delle lesene del prospetto. Il tutto, esaltato dall’impianto d’illuminazione di prospetto e campanile progettato da iGuzzini e realizzato da Fp Tecnology di Gallipoli.
Domenica, la celebrazione eucaristica è stata conclusa da un aperitivo per tutti. Captatio benevolentiae? «No - ha assicurato don Gigi De Rosa - solo gratitudine».