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Salento, la nuova vita della barca confiscata: laboratori didattici nel natante della «tratta»

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Salento, la nuova vita della barca confiscata: laboratori didattici nel natante della «tratta»

Bellanova: «Qui ora naviga la giustizia». Un progetto in partenariato con il Comune

Martedì 22 Marzo 2022, 13:55

Si chiama Dikea, ed era una barca utilizzata per il traffico di esseri umani. Un natante di 17 metri che, dopo essere stato confiscato alla mafia, ora si erge a simbolo della legalità dopo essere stato collocato nel parco di Parabita dedicato alla piccola Angelica Pirtoli, vittima innocente della guerra di mafia uccisa nel modo più atroce alla tenera età di due anni.

È stato inaugurato domenica scorsa il Dikedromo, uno spazio che vedrà l’attivazione di numerosi laboratori didattici grazie all’associazione «Salento che pensa», promotrice di un progetto in partenariato con il Comune di Parabita, l'istituto comprensivo ed altri enti.

L’imbarcazione si compone di tre cabine ognuna delle quali destinate ad attività che siano sia di ispirazione e facciano riflettere: diritti a poppa per conoscere la storia dei migranti e riconoscere i loro diritti negati; memoria a prua per scoprire le vittime di mafia e ricordare il loro impegno; la stanza di Angelica per ricordare la bambina più piccola uccisa dalla mafia nel Salento. Saranno organizzate infatti visite guidate, laboratori di legalità, esercizi di cittadinanza, corsi di ludosofia, campus creativi aperti a tutti: dalle scolaresche alle famiglie, dalle associazioni ai turisti. All’allestimento della barca hanno contribuito le artiste Valentina d’Andrea e Alice Pietroforte, il filosofo Mario Carparelli e il collaboratore Paolo Matere.

«È stata una sfida che a tratti ho pensato di non riuscire a portare a compimento - ha dichiato la presidente dell’associazione Ada Fiore - soprattutto a causa delle condizioni in cui versava l’imbarcazione . Ma grande e tanta è stata la collaborazione di tutte le persone che ho incontrato in questo viaggio, che la felicità per l’approdo ha già fatto dimenticare le difficoltà attraversate. Aver realizzato un luogo in cui aiutare a far crescere le coscienze civili di ognuno, bambini, giovani adulti, è una bella vittoria per l’intera comunità».

«Ogni volta che un bene confiscato alla criminalità organizzata viene restituito alla comunità, la nostra democrazia fa un passo avanti - ha commentato il viceministro alle Infrastrutture e mobilità sostenibili Teresa Bellanova, presente alla cerimonia - Fa un passo avanti l’idea stessa di comunità territoriale, fa un passo avanti e si consolida il ruolo della cittadinanza attiva, si afferma il concetto di bene comune. A maggior ragione se, come nel caso di questo progetto, una barca confiscata alla mafia diventa luogo in cui naviga la giustizia».

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