Lecce - «Sulle tasse ignorate le opinioni degli studenti». Link Lecce si scaglia contro le decisioni dell’Università riguardo il sistema di tassazione. «"Per quanto riguarda i fuori corso: dal Governo non riceviamo fondi. Gli studenti devono responsabilizzarsi, devono studiare perché non possiamo tenerli parcheggiati”. Queste - dicono da Link - le parole del Magnifico Rettore Fabio Pollice, che ben rappresentano il modello di tassazione che l’amministrazione intende presentare agli organi accademici. Il Rettore e l’amministrazione tutta hanno più volte dichiarato l’intenzione irrevocabile di incrementare gli introiti derivanti dalla tassazione studentesca, nonostante la contrarietà e l’opposizione della rappresentanza studentesca negli spazi di discussione pubblici e privati». Tutto questo, aggiunge la senatrice accademica di Link Marina Ricchiuto, «si inserisce in un generale contesto di delegittimazione della rappresentanza studentesca che da mesi il nostro Ateneo porta avanti, ignorando le nostre opinioni sui temi più disparati che ci riguardano in prima persona in quanto studenti».
«Il sistema di tassazione che ci hanno proposto - continua Francesco Cifaldi, consigliere di amministrazione per Link Lecce - grava fortemente sugli studenti fuori corso, soprattutto con l’introduzione di una quota aggiuntiva alla quota reddito che aumenta di 200 euro per ogni anno di iscrizione oltre il quarto fuori corso. Legare uno studente ai fondi che per esso l’Ateneo percepisce dal governo equivale a svalutare il valore della sua istruzione».
Da marzo 2021, spiega Link, i rappresentanti dell’associazione hanno chiesto di poter accedere ai dati necessari a valutare la variazione del modello di tassazione in procinto di essere discussa, «e tra indicazioni su iter discordanti forniti dalla stessa amministrazione e richieste formali protocollate senza risposta, solo alcuni dei presenti in Commissione bilancio, spazio destinato alla discussione sulla tassazione in sostituzione del tradizionale gruppo di lavoro misto, hanno avuto a disposizione materiale sufficiente per un’attiva partecipazione alla seduta».
«La scelta peggiore che l’Ateneo potesse fare - chiude Marina Ricchiuto - è stata estromettere la rappresentanza studentesca dall’accesso agli strumenti utili a valutare la situazione e dare il proprio contributo su questo tema che tanto ci riguarda come studenti. Auspichiamo che le discussioni che ci troviamo a dover affrontare siano aperte e inclusive, che venga dato modo alla rappresentanza studentesca di pesare realmente nelle politiche universitarie in quanto studenti, primi e fondamentali fruitori degli spazi e dei servizi universitari».