Lecce - Evasione fiscale, truffa ai danni della Regione, autoriciclaggio. Cuore dell'inchiesta della Procura di Lecce sei società «ragnatela»: la Qt Service srl (allestimento di sale, noleggio di attrezzature, organizzazione e produzione di spettacoli), la Pgh Barone di Mare srl (società alberghiera di Torre dell’Orso), e ancora la Pgh Hotel&Resort, la Madigest Hotel&Resort e la Tiemme Vacanze, e ancora la Europa Costruzioni srl. Perno del «sistema» ipotizzato dalla magistratura, il consigliere regionale e coordinatore provinciale a Lecce di Forza Italia Paride Mazzotta. Ma i fari degli investigatori si sono accesi anche su suo padre Giancarlo, già sindaco di Carmiano, sui fratelli Hermes e Greta e sullo zio Pierluigi, tutti raggiunti dall'avviso di chiusura indagini che la Procura lecce ha notificato in queste ore.
Numerosi gli episodi di evasione fiscale ipotizzati dal pm, circa 10 milioni di euro tra il 2017 e il 2018 riconducibili alla sola Pgh Barone di Mare tramite la Europa Costruzioni, la classica società «cartiera»: avrebbe documentato spese di gran lunga superiori a quelle sostenute per la ristrutturazione del villaggio Barone di Mare, spese gonfiate tali da ottenere l’importo massimo previsto dal bando della Regione Puglia per gli aiuti alle grandi imprese. Tra le accuse, non a caso la truffa aggravata ai danni della Regione. Paride e Giancarlo Mazzotta sono accusati anche di turbata libertà degli incanti. La vicenda è quella dell’asta pubblica per l’acquisto del complesso aziendale destinato ad albergo a Torre dell’Orso, oggetto di una procedura esecutiva: un milione e 300mila euro il prezzo d’acquisto in parte versato dai Mazzotta con il pagamento di fatture per operazioni inesistenti emesse dalla Europa Costruzioni.
Gli altri indagati: Luciana Quarta, Tony Giordano, Niceta Camassa, Pierpaolo Calabrese, Francesco Petito, Giovanni Bassi, Antonio Perrotta, Pantaleo Perrotta, Antonio Quarta, Valerio Conversano, Dario Russo, Francesco Palumbo e Daniele De Leo.
L'avvocato difensore di Giancarlo Mazzotta - «Occorre valutare che dal maggio 2016 le strade del dr. Giancarlo Mazzotta e del resto della sua famiglia si sono imprenditorialmente divise - così una nota del difensore di Giancarlo Mazzotta, avvocato Paolo Spalluto -. Cosa appurata e motivata nel recente provvedimento di nomina di amministratore di controllo giudiziario del Tribunale di Lecce del marzo scorso. Il resto appartiene al regno effimero e pericoloso delle parole e delle congetture di cui pare zeppo l’attività di indagine della Gdg operante. L’illecito si anniderebbe nel meccanismo di subappalto, anzi, per dirlo con completezza, sarebbe quasi in re ipsa in detto meccanismo. Il pur argomentato assunto della Gdf (la presunzione di illiceità del procedimento di subappalto) operante entra in piena rotta di collisione con i dettami del Giudice europeo. Nell’esaminare la questione, la Corte di Giustizia ha, di recente, richiamato le regole europee in materia di sub affidamenti. Gli istituti giuridici della cosiddetta “sovrafatturazione” (come l’ iperammmortamento) richiedono una tesi argomentativa non formulistica come quella, sia consentito, enfaticamente adottata dalla Gdf».