Nardò - Un fascio di fiori sulla tomba che accoglie le sue ceneri da quando, il 31 marzo 1984, venne uccisa per mano della mafia: così l’amministrazione comunale di Nardò ha commemorato questa mattina il 37esimo anniversario della morte di Renata Fonte, l'assessora all’ambiente neretina del Pri assassinata 37 anni fa per essersi opposta alla lottizzazione abusiva della costa di Porto Selvaggio, ora Parco naturale grazie al suo impegno civile e politico. Renata Fonte aveva 33 anni quando fu uccisa a Nardò da due sicari con tre colpi di pistola mentre ritornava a casa dopo una seduta del consiglio comunale.
Alla cerimonia erano presenti anche il sindaco di Galatone, Flavio Filoni, e numerose autorità. Una ricorrenza che segue quella del 10 marzo scorso, giorno in cui Renata Fonte avrebbe compiuto 70 anni. «Il patrimonio di valori che Renata ci ha lasciato in eredità - ha detto il sindaco di Nardo Pippi Mellone - è vivo in ognuno di noi e nel nostro agire quotidiano. Nardò dovrà essere sempre grata a Renata».
IL RICORDO DI EMILIANO - «Avere memoria della storia di Renata Fonte vuol dire ricordare l’impegno coraggioso di una donna, di una madre, un’insegnante, una rappresentante delle istituzioni, che con passione e dedizione ha affrontato, spesso in solitudine, importanti battaglie civili e sociali in favore della sua terra, contro le lottizzazioni cementizie e la speculazione edilizia di un angolo meraviglioso del Salento. Fu una donna impegnata in politica assai determinata che intuì la diffusione crescente e pervasiva della criminalità nella vita sociale, economica e politica della propria comunità. Guardare alla sua vita ed ispirarsi all’esempio di Renata Fonte è un esercizio doveroso e utile. A questo servono gli anniversari. A ricordarci che cosa significa essere cittadini consapevoli e servitori dello Stato. Oggi ricordiamo anche il sacrificio di un funzionario di vertice dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, Francesco Marcone, assassinato a Foggia mentre rientrava a casa. Un uomo che, proprio come Renata Fonte, ha esercitato il ruolo che gli derivava dalla sua funzione lavorativa con grande senso di responsabilità e spirito di servizio. Renata e Francesco, due pugliesi che vissero la legalità come scelta di vita quotidiana». Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano nell’anniversario della morte di Renata Fonte e Francesco Marcone, vittime innocenti della mafia.