LECCE - Lotta all’evasione fiscale, il Comune accerta crediti per oltre due milioni di euro per il 2020. Ma ora è lotta contro il tempo per recuperare le somme per intero.
Nell’anno che sta per concludersi, il Settore Tributi di Palazzo Carafa ha inviato avvisi di accertamento per omessa o infedele denuncia per due milioni 163mila 900 euro. È stato messo nero su bianco in una determina (depositata proprio la vigilia di Natale) da parte del dirigente del Settore Tributi e Fiscalità, Maurizio Raffale Frugis.
Ora, ci sono passaggi e tempi tecnici da rispettare per poter recuperare interamente le somme che mancano al Bilancio comunale.
«Atteso che con riferimento a entrate da recupero di evasione fiscale - viene spiegato nell’atto - la normativa contabile ha individuato l’esigibilità dell’avviso di accertamento ai fini dell’imputazione dell’obbligazione al competente anno finanziario “a condizione che la scadenza per la riscossione del tributo sia prevista entro i termini dell’approvazione del rendiconto”, ai sensi del punto 3.7.1. dell’allegato 4/2 del Dlgs 118/2011».
E viene precisato che «l’esigibilità decorre dalla data della notifica dell’avviso di accertamento e non da quando l’avviso diventa definitivo».
In ogni caso, viene aggiunto, «la notifica di detti avvisi dovrà perfezionarsi, anche per il destinatario, entro il 28 febbraio 2021 affinché la scadenza del pagamento cada entro il termine dell’approvazione del rendiconto relativo al 2020. In caso contrario, l’importo accertato sarà rivisto in diminuzione in sede di riaccertamento dei residui».
Vale la pena aggiungere che, «nel caso di rateizzazione degli avvisi di accertamento, sarà mantenuta l’imputazione all’esercizio 2020 a condizione che la scadenza dell’ultima rata non sia fissata oltre i 12 mesi successivi, e che diversamente l’importo accertato sarà rivisto in diminuzione in sede di riaccertamento dei residui, con la parte non esigibile da reimputarsi al 2021».
Purtroppo il mancato pagamento della tassa sui rifiuti non è grave solo dal punto tributario, perché si traduce in un ammanco nelle casse comunali ma anche dal punto di vista ambientale. Chi non è censito, infatti, non dispone degli strumenti per procedere al corretto conferimento dei rifiuti, con il risultato di procedere ad uno smaltimento a dir poco scorretto.