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Lecce, il killer della coppia: «Istinti omicidi anche in ospedale»

 
Redazione online

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Fidanzati uccisi a Lecce, la maestra di De Marco: «Studente modello, molto introverso»

«La caccia al tesoro? Volevo un oggetto che era in quella casa»

Mercoledì 14 Ottobre 2020, 15:38

LECCE - Istinti omicidi anche fra le mura dell’ospedale «Vito Fazzi». Continuano ad affiorare i dissidi interiori di Antonio De Marco, il 21enne di Casarano che la notte del 21 settembre scorso ha ucciso con oltre 70 coltellate l’arbitro Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta.
Pare che di recente il ragazzo si sia confidato con qualcuno che in questi giorni è a lui molto vicino. Ed ecco che quell’istinto di uccidere ogni tanto faceva capolino nella sua testa. Anche mentre percorreva i corridoi del nosocomio leccese, con indosso la divisa da infermiere.
Pare che negli ultimi incontri con lo psicologo e lo psichiatra che lo stanno seguendo, il giovane studente abbia man mano preso maggior consapevolezza di ciò che ha fatto e di quale possa essere la strada per scacciare via i fantasmi che lo tormentano.
Per quanto riguarda l’omicidio di Eleonora e Daniele, il ragazzo ha offerto un piccolo chiarimento.
In merito alla «caccia al tesoro», frase riportata nei bigliettini alla quale gli investigatori non avevano saputo dare una spiegazione, De Marco ha spiegato che avrebbe voluto prendere un oggetto che era in casa di Daniele. Senza specificare, però, di cosa si trattasse.
Ieri il giovane ha ricevuto la visita dei suoi legali, gli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario. Ai difensori il giovane è parso più sereno e disteso, probabilmente grazie al supporto psicologico che gli garantisce l’istituto penitenziario. Si spera, quindi, che l’aspirante infermiere possa beneficiare di questa terapia fino al punto da riuscire a dare una plausibile spiegazione in merito all’efferato omicidio commesso.
In merito al movente, infatti, Antonio continua a non fornire alcuna spiegazione.
Ribadisce sempre lo stesso concetto, e cioè questa rabbia profonda, dettata forse dalla troppa felicità dei due giovani fidanzati.
Con i quali - lo precisa - lui non aveva mai avuto un disguido oppure uno screzio. «Mi hanno sempre trattato bene», ha ripetuto anche durante l’interrogatorio di convalida innanzi al gip Michele Toriello.
La Procura, intanto, continua ad indagare sui tanti punti ancora oscuri di questa triste vicenda. Nelle scorse ore l’ingegnere informatico Silverio Greco ha depositato la perizia tecnica sul contenuto dei telefoni cellulari e del computer del 21enne. Chissà se fra il materiale estratto dal consulente possa esserci qualche indizio in merito al possibile movente. 

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