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Nardò, nel palazzo in cui abita c'è un positivo al Covid: babysitter viene licenziata

 
Biagio Valerio

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Biagio Valerio

La persona per cui lavorava ha letto le liste dei contagiati divulgate da ignoti

Domenica 13 Settembre 2020, 12:51

Nardò - Una baby sitter perde il lavoro per il semplice fatto di abitare in un condominio dove c’è una famiglia in quarantena. E così una persona ha riscontrato, sulla propria pelle, la conseguenza immediata di essere individuata come probabile “untrice”.

Anche se, ed è l’aspetto paradossale della vicenda, non è (ne’ lei ne’ alcun suo familiare) infettata da Covid19 e nemmeno in quarantena fiduciaria per altri motivi. Allora perché sta subendo le conseguenze della “ghettizzazione” da parte di altri concittadini? Per un motivo molto semplice: la collaboratrice domestica abita nello stesso condominio di una persona inserita nell’elenco sfuggito al controllo del Comune. Una lista che riporta l’indirizzo di tutti i quarantenati. Ma si tratta, in alcuni casi, di numeri civici ai quali corrispondono più famiglie e più nuclei abitativi. Come, appunto, nel caso di un condominio. A scoprire quel che è successo è Giovanni Siciliano, uomo politico affermato ma, prima, confidente e interprete delle esigenze di centinaia di neritini per essere stato a lungo agente di polizia municipale. La vicenda che riferisce è facilmente riscontrabile dall’elenco “evaso” dalla catena di trasmissione dal Comune di Nardò alla ditta che cura il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Su quella lista ci sono gli indirizzi, in chiaro, di ventuno famiglie neritine per le quali la concessionaria deve seguire un protocollo particolare per il ritiro e il trattamento dei rifiuti indifferenziati. L’elenco è stato intercettato (“rubato”, dice il sindaco Mellone) e diffuso attraverso WhatsApp. “Una persona che abita in un condominio – spiega Siciliano – si è recata, come sempre, presso la sua occupazione abituale. Ma è stata respinta dal datore di lavoro perché, da quell’elenco, risulta abitante ad uno dei civici presenti nella lista”. Le è stato detto, persino, “che cosa fai in giro se dovresti stare in quarantena?” Un rimprovero che ha fatto tornare a casa molto depressa questa persona che si è resa conto, solo dopo, che l’equivoco è stato generato dal fatto di abitare in un condominio. “Quel civico, spiattellato in giro – continua Siciliano - fa ritenere, all’esterno, contagiati tutti i condòmini. Basta abitare lì. Non oso pensare ad altre situazioni simili con la perdita di lavoro e contatti ad artigiani, professionisti, impiegati”. Ora molte di quelle persone, di fatto presenti sulla lista, si sono già rivolte ai legali per tutelare i propri diritti. La privacy, invece, ormai è perduta.

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