LECCE - Segnando il gol del ribaltone nella gara con l’Udinese, Gianluca Lapadula ha permesso al Lecce di restare in corsa per la salvezza e di portarsi ad una sola lunghezza dal Genoa, ovvero il club proprietario del suo cartellino. Qualora, negli ultimi 90’, i salentini dovessero battere il Parma ed i liguri non dovessero superare l’Hellas Verona, le reti del 30enne attaccante di Torino avrebbero contribuito a mandare in B quella che, in teoria, nella prossima stagione potrebbe essere la sua società di appartenenza.
Lapadula infatti, è approdato al Lecce in estate proprio dal Genoa, con la formula del prestito con diritto di riscatto in favore del sodalizio giallorosso che, pertanto, potrà decidere se farlo restare o meno, cosa che probabilmente accadrebbe in caso di permanenza.
In rossoblù, la punta piemontese ha militato per due stagioni. La prima abbastanza positiva (28 partite e 6 gol), la seconda decisamente negativa (8 presenze ed una rete), anche a causa di un infortunio.
Ha scelto di indossare la casacca del Lecce nella convinzione di potersi rilanciare e c’è riuscito, stabilendo il proprio record di marcature in massima serie ed arrivando, grazie al centro di Udine, per la prima volta, in doppia cifra in serie A.
Anche nel Salento, Lapadula ha dovuto fare i conti con qualche acciacco, che lo ha costretto a saltare diversi incontri, soprattutto nel post lockdown e, da quando è rientrato, si è avuta la riprova di quanto sia stata grave la sua assenza per il Lecce. L’ex Milan, tra l’altro, oltre ad essere il più importante punto di riferimento offensivo della squadra, garantisce tanto al collettivo anche in termini di sacrificio, in quanto lotta su ogni pallone con grande generosità, dote che lo ha fatto entrare subito nel cuore dei tifosi.
Amatissimo dai supporter salentini lo è, già da tempo, il capitano Marco Mancosu, che ad Udine ha firmato il gol del momentaneo 1-1, su rigore. Il centrocampista sardo è l’emblema del Lecce. Ha tecnica, cuore, testa, ma soprattutto uno smisurato attaccamento alla maglia che indossa. Con la rete segnata in Friuli è salito a quota 14, eguagliando il proprio record personale, stabilito nel 2019/2020, tra i cadetti.
Lui che è alla sua prima annata vera in massima serie, lui che non è un bomber, ha realizzato lo stesso numero di gol di punte conclamate come Domenico Berardi e Lautaro Martinez, l’oggetto del desiderio del Barcellona. Due in meno di Edin Dzeko ed Andrea Belotti, uno in meno di Josip Ilicic, due in più di Andrea Petagna e di Giovanni Simeone.
Non era facile, a Udine, per Mancosu, prendere la palla, sistemarla sul dischetto e calciare il rigore. Ne aveva sbagliati due di fila e sapeva quanto fosse importante trasformarlo, per portare il Lecce sull’1-1 e poi tentare il ribaltone.
Ebbene, il capitano non si è sottratto alle responsabilità. Ha battuto la massima punizione. Ha fatto centro.
La sua storia calcistica è molto simile a quella del Lecce degli ultimi anni, vissuta sui campi della C per troppe stagioni, per poi arrivare a meritare il palcoscenico della A, quel palcoscenico sul quale il capitano ed i suoi compagni proveranno a restare. Mettendo sul campo di battaglia fino all’ultima goccia di energia.