LECCE - Leccese di origine, una laurea in biotecnologia in tasca, Maria Rosaria Rizzo è una delle fashion blogger e influencer più conosciute e apprezzate del Salento, per stile, classe ed eleganza. Elencata da Idressitalian.com tra i venti influencer italiani che diffondono la cultura delle rispettive regioni di origine, si trasferisce al Nord per motivi di studio. Dopo essersi laureata all’Università di Pavia, giunge a Parigi per amore. Lì nasce La Coquette Italienne.
«Parigi – rivela Maria Rosaria – è stata inizialmente la mia fonte d’ispirazione; ero innamorata della sua bellezza. Decisi di approfittare del tempo libero che avevo, unendo alcune fra le mie grandi passioni: la moda e la comunicazione online, all’interno di questa cornice parigina. La mission era quella di poter condividere le mie idee di moda e poter creare un network di persone che avessero i miei stessi interessi. Così realizzai da sola la prima versione del mio blog: La Coquette Italienne».
Cos’è cambiato da allora?
«Oggi alla mission originale se ne aggiunge una nuova: dare l’opportunità a chi fosse interessato di diventare parte attiva del mio progetto. Ho appena lanciato una campagna per ricercare nuovi collaboratori per il mio blog “La Coquette Italienne”, appassionati come me di moda, bellezza o lifestyle che volessero entrare a far parte di questo mondo. Per il 2020, con il mio team stiamo pianificando una Masterclass qui nel Salento per tutti i giovani che vorranno arricchire le loro conoscenze in materia di digital influencer marketing. Sono tanti i salentini che mi chiedono consigli e credo che questa sarà una buona occasione per formare aspiranti influencer e scoprire nuovi talenti. Le relative informazioni saranno a breve disponibili sui miei canali».
Cosa pensa delle polemiche sorte in Italia in seguito all’attivazione di un corso di laurea per influencer?
«Non sono certa che sia necessario un intero corso di laurea. Ma sono d’accordo con l’inclusione dell’argomento in alcuni corsi di laurea o con la realizzazione di mini-corsi di formazione come quello che noi stiamo studiando per il 2020. Oggi, per divenire influencer è necessario essere in possesso di alcune competenze, ad esempio di comunicazione, informatiche, di digital marketing, di produzione foto e video. Inoltre, essendo l’influencer ormai uno dei principali canali del marketing digitale, anche chi lavora in altri ambiti, ad esempio chi gestisce i budget pubblicitari per le aziende o chi crea le campagne di comunicazione, ha bisogno di essere molto competente in materia».
L’influencer ha una grande responsabilità sociale, avendo la possibilità di orientare scelte ed opinioni di molte persone. Lei come vive questa responsabilità, in un mondo sempre più dominato dalle logiche di mercato?
«Sento fortemente questa responsabilità e cerco di far fronte ad essa nel modo più positivo possibile, sia per quanto riguarda il mio supporto ad attività che hanno uno scopo sociale, sia quando si tratta semplicemente di promuovere un prodotto piuttosto che un altro, in quanto al di là delle logiche di mercato, appunto, cerco sempre di dare un mio giudizio personale e sincero».
Cosa pensa dei tanti giovani che vedono nella figura dell’influencer un modo veloce per guadagnare soldi e fama?
«Sono dell’idea che solo chi è davvero appassionato di qualcosa possa riuscire ad avere successo. Trovo che approcciare delle sfide professionali solo con il mero intento di fare soldi e diventare famosi possa essere fallimentare in qualsiasi ambito».
Cosa consiglia a chi volesse perseguire questa strada?
«L’influencer è diventato un mestiere a tutti gli effetti. Di conseguenza chi vuole lanciarsi oggi in quest’attività deve essere pronto ad entrare in un mercato in cui i livelli di competitività sono altissimi. Il mio consiglio di base resta sempre lo stesso: seguire le proprie passioni e non tentare questa strada in modo “forzato” solo con lo scopo di diventare ricco e famoso. Dopodiché consiglierei di approfondire e mantenere aggiornate le conoscenze di marketing e comunicazione, digitali ma non solo, e dedicarsi il più possibile a migliorare le proprie competenze grafiche e di creazione di contenuti».
Quale contributo potrebbe dare l’influencer alla crescita della società?
«Come ha detto lei, avere una community più o meno grande di persone equivale oggi ad avere un grande privilegio che, se sfruttato nel modo giusto, potrebbe portare un valido contributo alla società ed essere una fonte d’ispirazione positiva per le generazioni successive».