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Nardò, melograni riprodotti illegalmente: sequestro da un milione di euro

 
Biagio Valerio

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Biagio Valerio

Nardò, melograni riprodotti illegalmente: sequestro da un milione di euro

I carabinieri hanno messo i sigilli a 100mila piante

Lunedì 09 Dicembre 2019, 11:08

11:42

Piante brevettate ma poi «clonate» con una tecnica di riproduzione non consentita dalla legge.
Sequestro da record per i Carabinieri forestali di Gallipoli: quasi 100mila piante di melograno sequestrate a Nardò, in località «Masseria Nanni».
Se si considera il prezzo di vendita di ogni singola pianta, che può variare a seconda dell’età e del diametro del vaso di coltivazione, l’operazione può arrivare a sfiorare il milione di euro di valore complessivo.
I fatti sono stati scoperti, quasi sicuramente su segnalazione mirata, in una contrada al confine con il territorio di Galatina, in località Santa Barbara. I carabinieri forestali sono piombati sul posto, un luogo ricco di coltivazioni costituite prevalentemente da serre e campi aperto, insieme con gli ispettori dell’ufficio fitosanitario della Regione Puglia. E dopo aver eseguito gli accertamenti del caso, hanno proceduto al sequestro.

Negli ultimi anni la riscoperta commerciale del melograno ha iniziato ad attrarre l’attenzione dei neritini e diversi imprenditori agricoli. Molto ettari sono stati dedicati a cultivar che per decenni sono rimaste confinate nei giardini ornamentali. Anche piccoli coltivatori hanno iniziato a dedicarsi a questa pratica secondo le più moderne tecniche importate direttamente da Israele, terra dove è ripartita l’attenzione verso questo frutto dalle grandi proprietà organolettiche. A Nardò, in particolare, dopo i primi impianti a ridosso di Sant’Isidoro, già in produzione da diversi anni, sono stati impiantati altri sei ettari in località Nanni e oltre 14 ettari in contrada Arene-Serrazze. Proprio una grossa ditta di produzione e trasformazione di frutta, con sede a Nardò, avrebbe moltiplicato senza permesso (probabilmente per talea) le varietà Aro e Wonderful il cui brevetto è proprietà di un vivaista e imprenditore copertinese che ha diffuso queste varietà in tutto il bacino del Mediterraneo.

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