LECCE - Un incendio distrugge tre ettari di area protetta. Il rogo è scoppiato intorno alle 12 di ieri tra Torre San Giovanni e Torre Mozza, in località Fontanelle, in pieno parco «Litorale di Ugento». È stato interessato il canneto intorno al bacino. Sul posto i vigili del fuoco di Gallipoli e i volontari della protezione civile di Ugento, che in circa tre ore hanno domato le fiamme. Solo l’ultimo di una lunga serie di incendi che ha interessato il territorio nell’estate 2019. Si è registrato un picco rispetto alla media degli ultimi anni: solo i volontari della protezione civile hanno eseguito più di 100 interventi. «In otto anni alla guida dell’associazione - spiega il presidente, Tiziano Esposito - non ho mai registrato così tanti interventi, a dimostrazione che la situazione ambientale nell’intero Salento sta cambiando. A farla da padrona, sicuramente, è l’abbandono degli uliveti a causa della Xylella. Circa il 70 per cento degli incendi ha riguardato campi di ulivi ormai completamente secchi. Si sta procedendo verso una desertificazione totale. Complice anche la politica, rimane poco tempo per cercare di salvare il salvabile». Quasi tutti gli incendi, continua Esposito, sono dolosi. «Considerata la grande quantità di acqua che ogni albero richiede, molto spesso si opera sul confine cercando di limitare la propagazione e poi, dopo, nelle aree centrali, sugli alberi ancora vivi». Si combatte anche contro il grande caldo: «Quattro o cinque interventi in breve tempo e nelle ore più calde mettono a dura prova ogni operatore, ma il gioco di squadra permette, anche nelle situazioni più estreme, di avere la meglio. Pur essendo volontari, la passione e la determinazione ci fanno operare con tenacia e caparbietà». L’associazione è spesso intervenuta anche nei paesi vicini: si contano interventi a Racale, Melissano e Alliste. «Un enorme grazie va a tutti volontari, circa 30, che sacrificano tempo e ferie per una causa comune».
Sull’incendio di ieri interviene anche il naturalista Roberto Gennaio, esperto conoscitore del parco naturale di Ugento. «Sta bruciando, anzi stanno bruciando la nostra Amazzonia. Non ci si rende conto che Ugento ha un volano in più per l’economia locale. Se non ci fosse questo paesaggio così variegato e pregevole, sarebbe uguale a tanti altri paesi rivieraschi. Mi spiace che, dopo tanti anni dall’istituzione del Parco, dopo tante ricerche, dopo la scoperta di nuove orchidee dedicate a Ugento per sensibilizzare opinione pubblica e amministratori, tutto rimanga uguale. Quando avremo perso quello che oggi stiamo sfruttando selvaggiamente, forse ce ne renderemo conto. Abbiamo tecnologie a basso costo per monitorare l’ambiente, con possibilità di creare anche posti di lavoro, ma la tutela del Parco non è una priorità e le sue ricchezze sono solo per pochi, che le sfruttano per interessi personali».